Da 28 anniin città il pugilato è rappresentato dai valori della Team Olympia Boxe Carpi, la società fondata nel 1996 dall’ex campione italiano dei mediomassimi Antonio Manfredini e dalla moglie Luisa Malagoli (scomparsa nel 2015) e tuttora gestita dalla figlia Giada, che dal 2018 dopo la scomparsa della mamma ha assunto le redini da presidente. Nella palestra di via Andrea Costa, a pochi passi da Piazza Martiri, tanti giovani hanno potuto apprendere i fondamenti della ’noble art’, ma soprattutto imparare uno stile di vita e di comportamento da sempre sono alla base del lavoro della società. "Il nostro è uno sport d’integrazione – spiega Giada Manfredini – e il progetto è quello di insegnare il pugilato come disciplina e scuola di vita in un contesto multiculturale, in cui si uniscono rispetto e fratellanza. In quasi 30 anni di attività sono stati forgiati alcuni giovani talenti, ma quello che più ci interessa è che dalla Team Olympa Boxe siano usciti tantissimi ’giovani uomini’ che grazie alla disciplina e all’educazione che sono alla base dei nostri corsi sono riusciti a incanalare il proprio disagio esistenziale giovanile in veri e propri obiettivi di vita. Ci piace pensare che il nostro ring sia un aiuto concreto e una valvola di sfogo per gestire e superare la rabbia. E come diciamo spesso meglio avere dei ragazzi che nel pugilato non saranno mai dei campioni, ma che sappiano stare al mondo". Per raccontare la storia della Team Olympia Boxe bisogna partire da Antonio Manfredini, due volte campione italiano dei mediomassimi a fine anni ‘80. Nato a Reggiolo il 7 marzo del 1960, ha cominciato col pugilato a 14 anni con il maestro Paolo Motta alla Boxe Guastalla vestendo per 4 anni da dilettante la maglia della Nazionale con cui nel 1984 aveva centrato la qualificazione alle Olimpiadi di Los Angeles.
Poco prima dell’evento però il boicottaggio dei paesi del blocco sovietico portò al taglio di molte gare in tutti gli sport e anche di tanti convocati, così per Manfredini sfumò il sogno a cinque cerchi. Poi il passaggio al professionismo fino al 1990 e nel 1995 la decisione a 35 anni di appendere i guanti al chiodo. "Fu mia mamma Luisa che era di Carpi – racconta Giada – ad avere l’idea di aprire la palestra. Con mio papà si erano conosciuti ne 1978, lei faceva la sarta, e le era stata accanto in tutti gli anni da pugile vissuti anche in giro per il mondo. Quando mio padre chiuse la carriera lo convinse a non buttare via tutto quello che aveva appreso e ad aprire un luogo dove potesse insegnarlo ai giovani. Così nel 1996 fu aperta la palestra nella sede attuale, con mia mamma che fu il primo presidente, poi nel corso degli anni sono subentrata come consigliere e vice presidente e nel 2018 ha lasciato mio lavoro per occuparmene a tempo pieno dal punto di vista burocratico, mentre mio padre si è dedicato solo all’insegnamento". La palestra attualmente conta un centinaio di tesserati (anche alcune ragazze), fra agonisti e amatori, con attività suddivisa per fasce di età che parte dagli 11 anni sotto la guida dei tre tecnici federali Manfredini, Francesco Jalleli e Michele Catino. "In questi 28 anni i nostri ragazzi – ricorda Giada – hanno ottenuto una convocazione in nazionale e vinto diversi titoli regionali, arrivando più volte a medaglia nei campionati italiani"