Cinque quadri realizzati da Andy dei Bluvertigo: Jordi Savall, Patti Smith, Lou Reed, Giovanni Sollima e Franco Battiato. Spiccano, per colori e significato, sulla parete bianca di quella che potrebbe definirsi la sua ‘oasi creativa’ ossia la sede della ‘International Music and Arts’ (Imarts) a Carpi. Li ha commissionati lui, Francesco Cattini, classe 1960, violinista e anima votata alla musica, nonché fondatore dell’agenzia di rappresentanza Imarts e manager di grandi artisti, tra i quali spicca l’indimenticabile Battiato. Oltre alle corde del violino, Francesco Cattini, ha la capacità di fare vibrare anche quelle delle emozioni: parlare con lui è come un tuffo in caduta libera nel mondo della musica, un ‘dietro le quinte’ vissuto in prima persona, fatto di ricordi, aneddoti, riflessioni, incontri importanti. Di quelli che ti cambiano la vita. Cattini, ricorda la prima volta che ha preso in mano un violino?
"Avevo iniziato a 11 anni, a 16 frequentavo, con poco interesse, lo ammetto, l’istituto per geometri Guarini a Modena e in contemporanea cresceva l’interesse allo studio del violino. Il mitico maestro Amleto Veggia mi ha trasmesso la passione. Sinceramente, quando mi sono iscritto all’istituto Vecchi Tonelli di Carpi, la mia prima scelta sarebbe stata il pianoforte, ma i posti erano già esauriti. Così il mio destino è stato tra le corde del violino, anche se nel frattempo mia cugina Tiziana Cattini (a lungo direttrice artistica del Teatro comunale, ndr) mi dava lezioni di pianoforte. Nel 1984 mi sono diplomato in violino".
Ed è iniziata la sua carriera da musicista…
"Ci sono state le prime esperienze, con l’orchestra ‘Sinfonica Arturo Toscanini’ e quella fondamentale con I ‘Virtuosi Italiani’, sodalizio vissuto con straordinari colleghi, tra i quali i musicisti carpigiani, Stefano Pagliani, Carlo Menozzi e Valerio Dallari". Nel frattempo si affaccia un nuovo ruolo, quello di agente. Come ha conciliato le due attività?
"Nel maggio 1988 con alcuni colleghi musicisti abbiamo fondato la ‘Modena International Music’, un’agenzia di rappresentanza di artisti nell’ambito della musica classica. Negli anni sono varie le persone che hanno contribuito al suo sviluppo, come Rita Zappador (pop internazionale), Roberta Righi (danza), Isabella Ruggeri (Teatro). Dal 2008 l’agenzia ha preso la denominazione ‘International Music and Arts’ (Imarts)".
Chi è stato il primo grande artista a darvi fiducia?
"Jordi Savall, gambista e direttore d’orchestra catalano di fama mondiale. Ricordo ancora quando ci chiese quali artisti avevamo nel ‘roster’. ‘Se accetta, abbiamo lei’, è stata la nostra risposta. Gli dobbiamo tanto: ci ha dato fiducia ed è iniziato così un percorso durato anni".
Un incontro che ha cambiato la sua vita?
"Nel 1991, a Jesi, ho conosciuto Franco Battiato, in occasione del concerto dove presentava l’album sinfonico ‘Come un cammello in una grondaia’. Cercava un’orchestra per portare in tour il disco: ne è nata una collaborazione artistica con ‘I Virtuosi Italiani’ durata per ben 60 concerti e culminata in quello al teatro nazionale di Baghdad a dicembre 1992. Lo abbiamo accompagnato nelle esecuzioni della Messa Arcaica (1993) e anche nella registrazione del disco ad Assisi l’anno successivo".
Nel 1994 ha tenuto il suo ultimo concerto con ‘I Virtuosi Italiani’. Che percorso ha intrapreso?
"Ho scelto la direzione che porto ancora avanti, ossia quella di manager musicale. Battiato è stato una figura centrale nella mia esistenza, dopo una vita improntata sulla musica classica strumentale, l’incontro con lui ha cambiato i miei orizzonti. L’ho seguito dal 2000 sino a fine carriera, curandone la produzione esecutiva di album e film. Una collaborazione che ha profondamente arricchito il mio patrimonio culturale ma soprattutto umano. Lui era un amico, la prima telefonata al mattino era sempre con lui, ho imparato tanto dalle cose dette (afferma imitando la voce sussurrata di Battiato, ndr) ma anche dai suoi silenzi. Franco ha terminato il transito terreste ma per me non é morto: ci ha lasciato il compito di custodire e tramandare l’arte di un vero immortale".
Strettamente legato a Battiato è anche un altro carpigiano, il Maestro Carlo Guaitoli, musicista e direttore artistico del Teatro comunale di Carpi
"Sono stato io a presentare Carlo a Battiato, nel 1994: dovevamo eseguire la Messa Arcaica, il pianista storico di Franco, Antonio Ballista, doveva dirigere l’orchestra. Mancava così un pianista e io ho proposto un giovane Carlo Guaitoli, 24enne, musicista polivalente e di larghe vedute, certo che a Franco sarebbe piaciuto. E, infatti, ne è nato un sodalizio artistico durato fino alla fine. Il 16 maggio, nel duomo di Milano, riproporremo la Messa Arcaica, il direttore sarà Antonio Ballista (oggi 86enne) e al pianoforte ci sarà Carlo Guaitoli: sarà il primo atto della fondazione Franco Battiato".
Nella sua carriera ha collaborato con tanti grandi artisti… "Per citarne alcuni, Alice, Elio e le Storie Tese, Morgan, Vinicio Capossela, Francesco Gabbani (che Cattini ha portato due volte come vincitore a Sanremo, con ‘Amen’ e ‘Occidentali’s Karma’, ndr), Irene Grandi, Giovanni Caccamo, Simone Cristicchi, Amara, Arisa, David Garrett, Litfiba, Piero Pelù, Fabi Silvestri Gazzé…".
A fronte dei grandi colossi multinazionali della distribuzione, ‘Imarts’ come si pone sul mercato?
"Siamo una delle poche aziende indipendenti in Italia, di ‘nicchia’. Amiamo definirci come un sarto che confeziona abiti su misura, ritagliamo per gli artisti un progetto artigianale di alta qualità adatto per loro".