Giovedì 16 Maggio 2024
MARCO PRINCIPINI
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Gian Luca Gregori: "Un marchio territoriale per dare più slancio al comparto turistico"

Il rettore dell’Università Politecnica illustra le opportunità del settore "Fondamentale l’approccio al benessere e alla qualità della vita, ma servono nuovi modelli organizzativi fortemente integrati" .

Gian Luca Gregori: "Un marchio territoriale per dare più slancio  al comparto turistico"

Gian Luca Gregori: "Un marchio territoriale per dare più slancio al comparto turistico"

Gian Luca Gregori, rettore dell’Università Politecnica delle Marche,come va considerato il comparto turistico oggi? "Il turismo va considerato come un comparto allargato e non può essere quindi inteso in modo verticale, cioè con un’eccessiva focalizzazione. L’approccio e-e rispetto a quello o-o che abbiamo sempre sviluppato, relativamente al rapporto tra piccole e grandi imprese, si adatta perfettamente al turismo. D’altronde, a differenza del passato, non esiste una one best way, cioè un’unica azione che consente di ottenere risultati in modo ampio. Si pensi ad esempio a ciò che ha rappresentato la Casmez (Cassa del mezzogiorno) per il sud delle Marche. Al contrario, il ricorso a un approccio olistico deve fare considerare il turismo in modo strettamente interconnesso sia all’interno (varie tipologie di turismo, vari operatori), sia all’esterno, creando una connessione trasversale, sia territoriale sia concettuale". Quali sono le azioni che ritiene necessarie in chiave turistica?

"Va evidenziata l’importanza di un marchio territoriale distintivo e aggregante. In relazione a questo aspetto, l’approccio fondato al benessere e alla qualità della vita potrebbe rappresentare una risposta concreta. Ma ciò richiede nuove competenze e nuovi modelli organizzativi, non più di tipo verticale, con una netta separazione tra le varie competenze, ma fortemente integrati. E questo in modo particolare nel settore pubblico. In tale prospettiva il ruolo dell’Università diventa poi strategico". Perché?

"Servono nuove competenze, la volontà di innovare e visioni in grado di superare le complessità, attraverso temi fondamentali. L’Università pone grande attenzione, ad esempio, al tema della sostenibilità, divenuto rilevante per le sfide di oggi e per il futuro. Va osservato che ci sono molte richieste di manager con competenze sulla sostenibilità, ma che spesso non sono efficacemente soddisfatte, questo perché si richiede un approccio volto a connettere aree disciplinari differenti. Nel nostro ateneo circa il 40% degli insegnamenti affronta tematiche di sostenibilità ambientale ed economica, grazie anche alla attivazione di corsi di laurea magistrale e alla recente adesione al dottorato nazionale in sviluppo sostenibile e cambiamento climatico. Inoltre, la Politecnica delle Marche fa parte della Rete delle Università per lo sviluppo sostenibile, la Rus, che include circa ottanta atenei in tutta l’Italia. Il nostro impegno nella sostenibilità è attestato dai risultati relativi al GreenMetric World University Ranking 2023, la classifica mondiale che premia gli atenei in base al loro impegno nei temi di efficientamento energetico e della sostenibilità sociale, economica e ambientale, che mostrano un miglioramento delle performance dell’Università Politecnica delle Marche, classificatasi al settimo posto in Italia e al 107esimo su scala globale". Qual è la strategia della Politecnica delle Marche?

"L’ateneo continua a investire nell’individuare nuove competenze, mettendo sempre al centro la ’persona’ e ha favorito, negli ultimi anni, un processo di ’costruzione ed erogazione’ di nuovi corsi di laurea, caratterizzati da un consistente ricorso alla multidisciplinarità. Attualmente, sono settantatré i corsi di laurea nelle diverse aree culturali, caratterizzati da una forte transdisciplinarità, in vari casi erogati in lingua inglese e connessi a una ricerca di eccellenza e al territorio. Pensiamo, ad esempio, ai nuovi corsi di laurea triennale in Management per la valorizzazione sostenibile delle aziende e delle risorse ittiche a San Benedetto del Tronto (cofinanziato dal Masaf) e quello in Tecniche di fisiopatologia cardiocircolatoria e perfusione cardiovascolare. Nonché, i corsi di laurea magistrale in Ingegneria delle infrastrutture energetiche e della logistica in ambito portuale e in Paesaggio, innovazione e sostenibilità, un corso interateneo con la sede amministrativa presso l’Università degli Studi di Camerino, ad Ascoli Piceno".

Qual è il rapporto tra la Politecnica e il territorio?

"Un ultimo aspetto da sottolineare è il costante e proficuo rapporto con il territorio. L’Università ha corsi di laurea nelle città universitarie fortemente legati al contesto socio-economico delle comunità e importanti collaborazioni con il mondo del lavoro. Assieme agli atenei di Abruzzo, Marche e Umbria ci siamo impegnati nel progetto ‘Futuro al Centro’, per impiegare in maniera sinergica canali di comunicazione strategici per migliorare l’attrattività non solo delle Università, ma anche dei loro territori. Va in questa direzione anche il progetto Situm, la Scuola di innovazione tecnologica umanistica manageriale, che offre ai giovani la possibilità di mettere in parallelo formazione e lavoro. Situm identifica i valori che trasformano la periferia in una nuova idea di centro, attrattiva per i giovani che ci abitano e per chi viene da fuori".