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Preservare la fertilità nei pazienti oncologici, sfida vinta che oggi ha nuove frontiere

La conservazione di ovociti e spermatozoi è pratica diffusa. Si sviluppa la crioconservazione del tessuto ovarico e testicolare

19/02/2024
pma

C’è un aspetto che può venir trascurato nell’immediatezza di una diagnosi di tumore e nell’urgenza di curarlo: l’importanza di preservare la fertilità nei pazienti in età riproduttiva. «La preservazione della fertilità nei pazienti oncologici – afferma la Dottoressa Francesca Parissone, Coordinatrice del Gruppo di Interesse Speciale Donazione e preservazione della Fertilità della SIRU (Società Italiana della Riproduzione Umana) – rappresenta ormai una realtà possibile in molti casi. Negli ultimi anni si è via via sempre più concretizzata grazie a nuove strategie terapeutiche: da una parte vengono adottati regimi di trattamenti antitumorali a minore tossicità sull’apparato riproduttivo, dall’altra sono disponibili tecniche consolidate di crioconservazione, ovvero di congelamento di gameti, ovociti e spermatozoi, e tecniche innovative di crioconservazione del tessuto ovarico e testicolare».

 

Se la conservazione di ovociti e spermatozoi è ormai una pratica standardizzata e ampiamente diffusa, sicuramente il campo di maggiore interesse e di prospettive future è rappresentato proprio dalla crioconservazione del tessuto ovarico, di cui iniziano a essere disponibili sempre più dati e possibilità di esecuzione, e del tessuto testicolare sebbene sia ancora in una fase sperimentale. Queste due tecniche hanno aperto la possibilità di applicare la preservazione della fertilità anche nella delicata categoria di pazienti colpiti dai tumori dell’infanzia e dell’adolescenza, età nella quale può ancora non essere avvenuto lo sviluppo dell’individuo e quindi è impossibile recuperare ovociti e spermatozoi con capacità di fecondazione.

 

Si tratta di un ambito di avanguardia su cui sono rivolte le attuali sfide scientifiche degli esperti del settore. «L’oncofertilità – commenta il dottor Guglielmo Ragusa, Direttore USD PMA – Preservazione Fertilità AOUI di Verona – è ormai una vera e propria disciplina che può avvalersi di linee guida nazionali e internazionali, raccomandazioni scientifiche e modelli organizzativi che hanno l’obiettivo di rendere snello e facilmente accessibile il percorso al paziente oncologico che desidera preservare la fertilità; oltretutto si tratta di prestazioni rimborsate dal SSN». «Malgrado i notevoli passi avanti a cui abbiamo assistito negli ultimi 15/20 anni – conclude Ragusa – ad oggi purtroppo una parte di pazienti, uomini e donne, ancora non riceve le informazioni necessarie sulla possibilità di preservare la fertilità. Quindi, parallelamente al progresso scientifico, andrebbe favorito un processo di consapevolezza della classe medica e di informazione ai pazienti».