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Osteoporosi, bisogna giocare d’anticipo

La prof.a Maria Luisa Brandi: «Conoscere i fattori di rischio e come modificarli, per evitare l’aumento di fratture in un mondo che invecchia»

16/10/2023 - di Olga Mugnaini

Viene chiamata “malattia silenziosa”, perché la maggior parte delle persone non sa di avere il disturbo finché non si frattura dopo una caduta o un urto anche di lieve entità. Per questo è nota come “frattura da fragilità”. Ed è anche questo il titolo del convegno che si terrà il 18 ottobre nella Sala Capitolare Chiostro del Convento di Santa Maria Sopra Minerva, piazza della Minerva 38 a Roma, ad anticipare la Giornata Mondiale dell’Osteoporosi (Wod), che si celebra il 20 ottobre, dedicata alla sensibilizzazione globale sulla prevenzione, diagnosi e trattamento dell’osteoporosi e delle malattie muscolo-scheletriche correlate.

 

I lavori del convegno saranno introdotti dalla professoressa Maria Luisa Brandi, presidente della Fondazione ’Firmo’, membro del Board di IOF e Coordinatrice del Progetto Mondiale “Capture the Fracture”. «La Giornata Mondiale dell’Osteoporosi è un evento di straordinaria popolarità con una partecipazione globale ricca di innumerevoli appuntamenti – spiega Brandi –. Per l’Italia è la Fondazione Firmo a comunicare il tema dell’anno attraverso una serie di eventi e con la distribuzione di materiale informativo alla popolazione. Il tema per il 2023 è l’importanza della prevenzione per la salute dello scheletro con una parola d’ordine: “Fratture da fragilità”. Con questo slogan si vuole sottolineare la responsabilità che ogni persona ha nel prevenire la perdita di massa ossea attraverso la conoscenza dei fattori di rischio modificabili».

 

I dati ci dicono che i costi delle fratture da fragilità sono immensi e per il nostro Paese sono stati quantificati in oltre 10 miliardi di euro ogni anno. Attualmente l’osteoporosi è ampiamente sottodiagnosticata e sotto-trattata. In tutto il mondo, milioni di persone ad alto rischio di fratture ossee rimangono ignare della malattia silenziosa. Così, l’enorme costo umano e socioeconomico e il grave impatto delle fratture sull’indipendenza dei pazienti sono sottovalutati. Osteoporosi significa letteralmente “osso poroso”. È una condizione in cui le ossa diventano sottili e perdono forza poiché diventano meno dense e la loro qualità diminuisce. Ciò può portare a fratture ossee, che causano dolore e disabilità. Si stima che a livello mondiale, una donna su tre e un uomo su cinque di età pari o superiore a 50 anni subiranno una frattura da fragilità dovuta all’osteoporosi nel corso della loro vita rimanente.

 

Entro il 2050, si prevede che l’incidenza mondiale della frattura dell’anca negli uomini aumenterà del 310% e del 240% nelle donne rispetto al 1990. «Non correre ai ripari oggi con giuste indicazioni sulle regole per prevenire le fratture – prosegue la professoressa Brandi –, ci costringerà a lasciare alle future generazioni un compito troppo difficile, quello di dover pagare le fratture di un mondo che invecchia. Ma programmi educazionali e una corretta informazione permetteranno di conoscere, e di conseguenza di prevenire, una malattia ancora negletta nei programmi di salute pubblica. Le industrie farmaceutiche producono farmaci innovativi per fronteggiare il problema del paziente fratturato, ma cosa stiamo facendo concretamente per prevenire la fragilità ossea? Ancora troppo poco».