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Ospedalieri: la medicina è donna, ma quante disparità di genere

Le rivendicazioni di Anaao Assomed: premiare le professionalità, salvaguardare i principi universali del sistema sanitario

21/09/2023

La medicina sarà declinata sempre più al femminile, ma siamo ancora lontani da una sanità a misura di donna. Con queste riflessioni Silvia Mengozzi, presidente del Consiglio nazionale Anaao Assomed – Associazione Medici Dirigenti, ha esordito a Padova all’evento Mega Salute, organizzato in collaborazione con l’Ateneo patavino. Nella progressione delle carriere dei camici bianchi, ad esempio, si possono tuttora riconoscere disparità di genere.

 

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“Siamo ancora lontani da un riconoscimento pieno delle professionalità, gli incarichi di responsabilità seguono logiche talvolta diverse”. La sindacalista leader degli ospedalieri ha sottolineato che in Italia le donne medico sono oltre 400 mila, rappresentando poco meno del 70% del personale impiegato nel servizio pubblico. Nonostante ciò, avverte la dottoressa, il sistema è ancora nelle mani di medici uomini che detengono cariche apicali e che influenzano le scelte dell’intero settore.

 

Silvia Mengozzi ha evidenziato anche altre incongruenze nell’assise di Motore Sanità: lunghi tempi di attesa per la diagnostica, esami e visite specialistiche, incremento della spesa a carico delle famiglie, disparità tra regioni nell’accesso alle cure, resistenza al cambiamento, difficoltà nel promuovere l’innovazione. Problemi che sono stati aggravati dalla razionalizzazione della spesa, con tagli significativi nelle fila del personale, dagli infermieri ai medici di medicina generale, fino al drastico ridimensionamento nel numero di posti letto all’interno dei nosocomi.

 

I medici ospedalieri rivendicano la firma di un nuovo contratto collettivo che salvaguardi i principi di universalità, uguaglianza ed equità sanciti a suo tempo, sia pure in un mondo mutato, più innovativo, competitivo e digitale. Secondo Pierino Di Silverio, segretario nazionale Anaao Assomed, è il momento di cambiare modello organizzativo del sistema salute, valorizzando le capacità dei professionisti coinvolti e investendo maggiormente nel settore.

 

È importante, secondo i relatori, che il medico sia messo in condizione di concentrarsi nella cura del paziente senza distrazioni, ovvero che sia sgravato dalle troppe burocrazie che attualmente gli vengono demandate, rendendo così la sua azione professionale più incisiva. Solo attraverso cambiamenti virtuosi sarà possibile realizzare una medicina condivisa, migliore per tutti.