
La decima edizione della Summer School di Motore Sanità mette l’accento sulla sostenibilità del sistema salute in Italia, evidenziando l’importanza di una adeguata dotazione di risorse umane, la necessità di una riorganizzazione con relativi finanziamenti, mentre sul tema della sussidiarietà lancia l’idea di una partnership pubblico/privato al fine di evitare un declino del Servizio sanitario nazionale, che deve stare al passo con l’evoluzione della tecnologia.
L’appuntamento con la Summer School, fissato nei giorni 20-21-22 settembre a Gallio, Altopiano di Asiago, provincia di Vicenza, si può considerare uno degli eventi più significativi tra quanti vengono promossi in Italia per favorire il dialogo tra addetti ai lavori e rappresentanti delle istituzioni attorno ai temi dell’assistenza, della prevenzione, della terapia e del riordino del welfare.
Claudio Zanon, Direttore Scientifico di Motore Sanità, spiega che il titolo scelto per questa edizione, “Non c’è economia sostenibile senza salute”, riflette l’insegnamento che la pandemia da Covid-19 ha lasciato: senza salute non c’è economia, non solo viceversa. Questo concetto dovrebbe essere condiviso da tutte le forze politiche, le istituzioni e gli stakeholder interessati al settore della sanità. Zanon sottolinea l’importanza di disporre di risorse economiche per dare ossigeno al sistema, con un occhio di riguardo alle risorse umane, e alle abilità organizzative. Occorre dunque accogliere la tecnologia e l’innovazione, tenendo presente che i manager del Servizio Sanitario Nazionale (SSN) con le dotazioni attuali non potranno fare tutto da soli, con quello che si ritrovano in casa. Una partnership pubblico/privato rinnovata su basi condivise potrebbe risultare decisiva per scongiurare un declino lento inesorabile.
Inoltre, è il momento di fare chiarezza sulle narrazioni del passato riguardo allo stato di salute del sistema sanitario italiano. Accanto alle eccellenze esistono carenze sotto gli occhi di tutti, si impone un potenziamento della medicina territoriale. Sarebbe utile tenere conto pure dei dati emersi dalle commissioni del Senato e della Camera, che dimostrano che l’Italia non è più una realtà ospedalocentrica in quanto dispone attualmente di un minor numero di posti letto tra acuti e lungodegenti rispetto agli altri paesi occidentali, il che determina problemi nella gestione delle liste di attesa e del pronto soccorso. Inoltre, l’assistenza domiciliare attuale è tuttora insufficiente. Con l’aumento della popolazione anziana, l’Italia deve adottare strategie allineate agli standard europei.
La direzione scientifica della Summer School smentisce l’idea che si stia svendendo ai privati il Servizio sanitario nazionale. La transizione verso un sistema misto, come in altri paesi europei, casomai deve essere attentamente governata. La carenza di personale sanitario va affrontata il più rapidamente possibile istituendo un numero sufficiente di borse di specializzazione per i medici. Si rende necessario inoltre un utilizzo virtuoso della tecnologia nei luoghi di cura, adottando soluzioni avveniristiche come l’intelligenza artificiale. In questo modo sarà possibile semplificare il lavoro degli operatori amministrativi e sgravare medici e infermieri dalla mole di adempimenti burocratici che oggi si riversano sulle loro spalle.
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