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Intestino, il vero motore della nostra salute

Non solo problemi gastrointestinali: il microbiota regola gli stati infiammatori di tutto il corpo. Per questo va mantenuto in equilibrio

18/12/2023 - di Maddalena De Franchis

Reflusso gastroesofageo, bruciore di stomaco, dolore addominale, gonfiore, diarrea, stitichezza: sono i sintomi più comuni dei disturbi gastrointestinali, che coinvolgono la funzionalità dell’intestino e affliggono ben nove italiani su 10. È uno dei dati emersi da uno studio dell’Associazione italiana gastroenterologi ed endoscopisti ospedalieri (Aigo), recentemente presentato da Attilio Giacosa, già direttore di Gastroenterologia e nutrizione clinica all’Istituto per la ricerca sul cancro di Genova e gastroenterologo al Centro diagnostico italiano di Milano, nel suo intervento all’evento stampa di Assosalute, parte di Federchimica.

 

La relazione, dal titolo “Dalla tavola al sistema immunitario: il ruolo del microbiota intestinale“, si sofferma proprio sui disturbi gastrointestinali: oltre a essere causa di disagi nella quotidianità, questi disturbi compromettono la salute dell’apparato digerente e possono avere ripercussioni su quello immunitario. Sì, perché, spiega Giacosa, «a causa della presenza di batteri, l’80% del nostro sistema immunitario è localizzato nell’apparato digerente. L’insieme degli oltre mille miliardi di batteri, virus, funghi e miceti, che comunicano tra loro e agiscono come se fossero un organismo a sé, si chiama microbiota intestinale», prosegue l’esperto.

 

Il microbiota viene spesso confuso, erroneamente, con il microbioma, che è invece il patrimonio genetico dei microbi situati in un determinato ambiente (l’intestino, appunto, oppure il cavo orale). Lo sviluppo del microbiota avviene nei primi anni di vita ed è profondamente influenzato dal contatto con la madre e con tutto ciò che ci circonda. «Durante il parto – spiega Giacosa –, il passaggio attraverso il canale vaginale pone il neonato a contatto con i batteri presenti nell’ambiente e, successivamente, con quelli della pelle della madre e di tutto ciò che tocca. A seguire, l’allattamento al seno contribuisce a fornire ulteriori batteri benefici al neonato. Ma ci sono molti altri fattori che condizionano il microbiota: ad esempio, l’alimentazione, i farmaci (soprattutto gli antibiotici), le ore di sonno e l’attività fisica».

 

«Il microbiota di un bambino – continua l’esperto – subisce adattamenti continui in risposta alle situazioni fisiche ed emozionali che si creano dopo la sua nascita e, con lo sviluppo iniziale, questa modulazione del microbiota (chiamato, appunto, ‘adattoma’) può svilupparsi in modo ‘pro-infiammatorio’ se il bambino incontra difficoltà alimentari, fisiche o psicologiche. Si attenua, invece, quando il bambino cresce e sembra stare bene. Tuttavia, se il bambino o l’adulto si troverà successivamente di fronte a difficoltà o a fonti di stress, questo ‘adattoma’ può riattivarsi in modo esplosivo, stimolando eccessivamente la risposta immune e contribuendo allo sviluppo di patologie di vario tipo, a livello digestivo o extra-digestivo: ad esempio, l’obesità, o stati neuropatologici quali la depressione, oppure malattie autoimmuni o, verosimilmente, alcune forme di cancro».

 

Un ruolo, insomma, niente affatto trascurabile per un insieme di microrganismi (fino a qualche anno fa identificato con il termine di flora batterica intestinale) le cui caratteristiche e funzioni – assimilabili a quelle di un vero e proprio organo – restano per molti versi un affascinante mistero, chiarito a poco a poco solo da ricerche scientifiche recenti. Definire un ‘microbiota ottimale’ (un microbiota in perfetto stato di salute) è in effetti un compito difficile, ancora in fase di decodifica: è già chiaro, però, il concetto di ‘eubiosi’ intestinale, ovvero di ‘equilibrio’ fra le varie componenti del microbiota. Studi recenti distinguono, infatti, tra batteri con effetti pro-infiammatori (in grado di facilitare l’infiammazione) e antinfiammatori: entrambi sono presenti nel nostro organismo. Lo stato di infiammazione è un elemento sempre più rilevante, collegato a patologie cardiache, degenerazione vascolare, cancro e processi di invecchiamento: un microbiota in equilibrio, di conseguenza, è cruciale per la nostra salute.