Con il sostegno di:

Dormir bene è un sogno? Trasformiamolo in realtà

I disturbi del sonno colpiscono quasi un italiano su 4. E lo stress è quasi sempre la causa principale delle notti senza un buon riposo

19/11/2023 - di Maria Cristina Righi

Dormire bene e per almeno otto ore ininterrotte pare sia un privilegio di pochi eletti. Si stima che una persona su dieci soffra di insonnia, cioè circa 790 milioni di persone in tutto il mondo. Secondo le ultime rilevazioni di Aims (associazione italiana medicina del sonno che promuove la ricerca, la divulgazione e la formazione clinica sul sonno da più di 30 anni) gli italiani che non dormono bene sono circa 13,4 milioni, ma il 46% di loro non fa nulla per risolvere il problema. Studi e ricerche poi rilevano che l’insonnia o i disturbi del sonno colpiscono maggiormente il genere femminile. Le donne hanno più difficoltà a dormire una notte intera e maggiori debiti di sonno rispetto ai loro colleghi maschi. Sono più inclini a questi disturbi nelle notti precedenti e all’inizio del ciclo mestruale, durante la gravidanza, dopo il parto e soprattutto quando entrano in menopausa. Per tutti, uomini e donne, sono coinvolti anche fattori socioculturali. Quando si è sopraffatti dalle responsabilità domestiche, familiari e professionali, soprattutto se si teme la precarietà economica, è più faticoso calmarsi e quindi riuscire a chiudere gli occhi per dormire.

 

I libri di consigli, i dossier e i rimedi più o meno naturali dedicati al sonno si moltiplicano. Se i disturbi del sonno, in particolare l’apnea notturna, sono dovuti a una carenza di vitamine e minerali o ai sintomi di una malattia, se ne può occupare solo il medico, ma se non esistono patologie riconosciute, una delle interpretazioni più recenti ed efficaci riguarda il riconoscimento dei motivi che impediscono di passare una notte serena, per eliminarli. Trascurare se stessi, noia, stanchezza fisica e stress. Sono tutte possibili cause dell’insonnia. Riconoscerle aiuta senz’altro a trovare una soluzione. Molto spesso ci si mette così tanto al servizio degli altri (figli, genitori, coniuge) che ci si dimentica di se stessi. Ma sacrificare il sonno, le energie o il tempo libero provoca un sovraccarico emotivo. Di conseguenza si diventa irritabili più facilmente, si reagisce in modo eccessivo e anche l’atmosfera familiare ne risente. Ci si deve chiedere: cosa è davvero essenziale?

 

Si può così cercare di alleggerire il carico di responsabilità che, se è troppo alto, nuoce a tutti. Un’altra soluzione è la ricerca dei piaceri perduti, le attività che un tempo erano essenziali per il proprio benessere e sono state abbandonate. Come per esempio, nuotare, camminare, cantare o suonare il piano. Riprenderle è importante, perché il piacere fornito da queste attività aiuta a sciogliere le tensioni. La noia spesso nasce dalla routine, dall’abitudine, dalla monotonia che travolge, generando perfino una forma di tristezza e la sensazione di essere inghiottiti dal divano. Si entra così in uno stato d’immobilità che genera fatica. Per risolvere il problema serve cogliere le opportunità che si presentano: per esempio un corso di ballo o l’amico che chiede di accompagnarlo a teatro. Anche se si vorrebbe rinunciare a causa della stanchezza, si deve fare uno sforzo proprio per ritrovare la vitalità. È fondamentale rimettersi in movimento.

 

Anche se potrebbe sembrare un controsenso, un altro suggerimento è di prendersi del tempo per non fare niente. L’idea però non è quella di passare ore sui social network, ma di recuperare la propria fantasia. Ci si siede e si ascoltano i suoni della città, si guarda fuori dalla finestra e ci si lascia andare ai sogni a occhi aperti. Così, l’immaginazione si riattiva e si esce dal letargo. La crescente immobilità dovuta allo smart working e l’uso eccessivo degli strumenti elettronici portano a un affaticamento fisico. L’essere umano non è fatto per la vita sedentaria, né per passare ore seduto al computer. Questo causa mal di schiena, dolore al collo e la sensazione di avere un corpo pesante.

 

La soluzione è dedicare del tempo all’esercizio fisico seguendo le raccomandazioni dell’OMS: 20 minuti di camminata al giorno e 40 minuti di attività cardio due volte a settimana, procedendo gradualmente. Lo sport genera una fatica buona, quindi è bene cogliere ogni occasione per muoversi, come telefonare in piedi per parlare camminando, introdurre pause solo per uscire a prendere una boccata d’aria e usare le scale al posto dell’ascensore. La pressione sul lavoro, il mondo che porta con sé eventi che provocano ansia (guerre, clima, crisi economica) sono fattori che interessano le emozioni. Tutti questi stress provocano palpitazioni, difficoltà di concentrazione e memorizzazione, reazioni eccessive. Per riprendere il controllo sulle proprie emozioni e dormire meglio, conviene smettere di ascoltare o leggere le notizie in continuazione ma anche di lasciarsi inghiottire dalla fatica da catastrofe. Questa litania di informazioni ha l’effetto di mantenere uno stato di allerta e apprensione. Lo stress sul posto di lavoro si combatte imparando a dire no quando si è sovraccarichi. Un no sostenuto da argomentazioni razionali va detto stando in piedi, con dignità fisica. Nessuna postura sottomessa: si deve mantenere il contatto visivo.