Venerdì 26 Aprile 2024

Roma, Giorno memoria: Mattarella depone corona di fiori per Aldo Moro

Il Capo dello Stato celebra l’ex presidente Dc a 43 anni dall’uccisione. Al via la cerimonia in Senato in ricordo delle vittime del terrorismo, Casellati: “I silenzi sono più rumorosi delle bombe”

Mattarella questa mattina in via Caetani

Mattarella questa mattina in via Caetani

Roma, 9 maggio 2021 – Questa mattina il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha deposto una corona di fiori in via Caetani sotto la lapide dell’onorevole Aldo Moro, in occasione del 43esimo anniversario dall’uccisione dell’ex presidente della Democrazia cristiana. 

Mattarella: “Bisogna fare piena luce sugli anni di piombo”

Mattarella, in un’intervista al quotidiano ‘Repubblica’, ha poi sottolineato come la completa verità sugli anni di piombo sia “un'esigenza fondamentale per la Repubblica”. Il capo dello Stato ha quindi ringraziato l’omologo francese, Emmanuel Macron, per i recenti arresti dei terroristi italiani in Francia. Il presidente italiano si è quindi augurato “che possa avvenire lo stesso per quanti si sono sottratti alla giustizia italiana e vivono la latitanza in altri Paesi”, per poi evidenziare la necessità per l'Italia di rinnovare quella “solidarietà nazionale” che permise alla Repubblica di prevalere contro l'eversione.

Vittime terrorismo, al via la cerimonia in Senato

Il Capo dello Stato si è poi recato in Senato per l’avvio della cerimonia della giornata in memoria delle vittime del terrorismo. Presenti anche i presidenti dei due rami del Parlamento, la senatrice Maria Elisabetta Alberti Casellati e l’onorevole Roberto Fico

In Aula, fra gli altri, anche le ministre dell’Interno, Luciana Lamorgese, della Giustizia, Marta Cartabia, il sottosegretario agli Esteri, Benedetto Della Vedova, e il presidente della Corte Costituzionale, Giancarlo Coraggio.

Casellati: “I silenzi sono più rumorosi delle bombe”

“Le cicatrici di queste ferite sono parte del nostro Dna collettivo – ha detto in Aula la presidente del Senato Casellati –. È un dolore che non si prescrive e che ci chiede oggi di proseguire con costante determinazione la strada per la verità e la trasparenza. Perché tante sono le pagine ancora da ricostruire e i silenzi fanno spesso più rumore delle bombe”.

Casellati ha quindi sottolineato l'importanza del “ricordo di una sofferenza che appartiene a tutti noi”. “Dal 1969, anno della strage di piazza Fontana – ha ricordato –, alla metà degli anni '80 almeno quindicimila sono stati nel nostro Paese gli atti di violenza per motivi politici. Quasi cinque episodi al giorno. Più di 360 morti. Oltre 4.000 feriti. Il terrore armato non ha risparmiato niente e nessuno”. 

“Continuiamo con determinazione la ricerca della verità”

“Non ha risparmiato tanti cittadini onesti e valorosi, diventati un bersaglio dell'eversione per ciò che rappresentavano o per il loro impegno nelle istituzioni e nella società – ha aggiunto la presidente del Senato –. Come Aldo Moro. Come Vittorio Bachelet, Guido Galli, Emanuele Tuttobene e Antonino Casu, coraggiosi servitori dello Stato assassinati per la loro instancabile difesa della legalità. Non ha risparmiato donne, uomini e bambini senza colore politico”. 

Per Casellati c’è quindi l’esigenza “di proseguire con costante determinazione la strada per la verità e la trasparenza – ha evidenziato –. Per la verità e la trasparenza tante associazioni nate per dare voce ai familiari delle vittime del terrorismo hanno continuato a lottare accanto alla magistratura, accanto alle commissioni di inchiesta”.

Fico: “Non esiste piena riconciliazione senza giustizia”

Dopo Casellati, ha preso la parola il presidente della Camera, Roberto Fico. “Non può esserci piena riconciliazione senza piena giustizia – ha detto –. Anche questo è il senso della giornata di oggi. Secondo questo stesso spirito, le Istituzioni devono continuare a cercare con determinazione e senza esitazioni la verità sulle tante pagine ancora oscure di quegli anni, superando i depistaggi, le complicità, le omissioni posti in essere anche da parte di settori deviati dello Stato”.

Fico ha affermato che la memoria costituisce “il senso di appartenenza ad una stessa comunità nazionale. Essere una comunità, infatti, significa anzitutto rinnovare l'omaggio commosso e non rituale alle tante vittime di una violenza atroce. Violenza riconducibile a matrici diverse ma tutte fondate sulla negazione dei principi e dei valori della democrazia, quindi sull'intolleranza, sull'odio, sulla prevaricazione”.

“Rimediare alle gravi inadempienze dello Stato”

“Essere una comunità significa infine ribadire – ha concluso il presidente della Camera – l'impegno solenne e incondizionato a perseguire piena giustizia e verità sulle vicende negli anni di piombo, ponendo rimedio alle gravi inadempienze di alcuni settori dell'apparato statale”.

Il che non significa, ha ribadito, “ottenere una presunta vendetta, pubblica o privata. Ma di applicare a chi si è sottratto alla esecuzione della condanna, fuggendo in altri Paesi, le sentenze emesse in esito a regolari processi, nel rispetto delle garanzie e dei principi della nostra Costituzione”.