di Elena Comelli
MILANO
BOOM

della pressione fiscale: vola e nel quarto trimestre del 2012 tocca il 52%, un record assoluto, con un balzo di 1,5 punti percentuali rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. La media annua, sempre da primato, si attesta invece al 44% (+1,4 punti sul 2011). In pratica, secondo le rilevazioni dell’Istat, nel periodo tra ottobre e dicembre dell’anno scorso, in media gli italiani hanno lavorato fin oltre la metà di novembre per versare i loro stipendi allo Stato in forma di imposte dirette, indirette e via dicendo.

QUANTO

a un altro indicatore importante, il rapporto tra deficit e prodotto interno lordo è migliorato nel 2012: l’anno scorso, il rapporto tra indebitamento netto e Pil è stato pari al 2,9%, in miglioramento di 0,8 punti percentuali rispetto al 2011 (rivisto dal 3,8% al 3,7%), secondo la versione che non considera gli swap, ma non valida ai fini Maastricht. Per l’Europa resta il dato che vede il rapporto deficit/Pil al 3%, comunicato il primo marzo. La Commissione europea, che aveva stimato per l’Italia un deficit/Pil al 2,9% nel 2012, precisò a stretto giro che la decisione sulla chiusura della procedura d’infrazione per il nostro Paese sarebbe stata presa solo a maggio con le nuove stime economiche. Un’altra preoccupazione si è aggiunta, a Bruxelles, con il decreto legge per il pagamento dei debiti della pubblica amministrazione alle imprese che porterebbe il deficit al 2,9% del Pil anche quest’anno, una «zona d’incertezza» appena sotto la soglia di Maastricht, in presenza di regole del Patto di stabilità che prevedono, per chiudere la procedura, di restare sotto il 3% non solo l’anno precedente, ma anche i due successivi.
Tornando ai conti della pubblica amministrazione, nel solo quarto trimestre dello scorso anno il deficit pubblico è migliorato, con un rapporto tra indebitamento netto e Pil pari all’1,4%, in calo di 1,2 punti su base annua e quindi praticamente dimezzato. Si tratta del livello più basso, in base a confronti annui, dal quarto trimestre 2000. Sempre negli ultimi tre mesi del 2012 il saldo primario (cioè al netto degli interessi passivi sullo stock di debito) è risultato positivo per 17,9 miliardi. L’incidenza dell’avanzo sul Pil è stata del 4,4%, superiore di 1,6 punti percentuali rispetto a quella registrata nel quarto trimestre del 2011. Il conteggio dell’intero 2012 registra invece un saldo primario positivo al 2,5%, in miglioramento di 1,3 punti percentuali e quasi raddoppiato rispetto al 2011.
Quanto alla spesa, nel conto complessivo del 2012 lo Stato ha sborsato di più, ma la crescita delle uscite è stata inferiore a quella delle entrate: le uscite totali sono aumentate dello 0,7% rispetto all’anno precedente, risultando pari al 50,6% del Pil (49,9% nel 2011); le entrate totali sono cresciute del +2,5%, con un’incidenza sul Pil del 47,7% (46,2% nel 2011). L’andamento positivo prosegue anche nei primi due mesi del 2013, con le entrate in aumento dello 0,5% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Nelle casse dello Stato sono arrivati 285 milioni in più.