Iacopo Scaramuzzi
CITTÀ DEL VATICANO
LE TENSIONI

che hanno attraversato il pontificato di Ratzinger si scaricano, alla fine, sul Conclave che sceglierà il suo successore. In una battaglia fatta di sospetti e illazioni, e combattuta non di rado sulle pagine dei giornali, il cardinale Tarcisio Bertone, segretario di Stato vaticano, alla fine ha preso carta e penna e attaccato frontalmente i mass media.
La scintilla che ha fatto deflagrare lo scontro nasce con la fuga di documenti della Santa Sede. Insomma, il caso Vatileaks. La vicenda apparentemente si è conclusa con il processo e la grazia al maggiordomo del Papa, Paolo Gabriele, autore del furto delle carte passate ai giornali. Benedetto XVI però aveva affidato una parallela indagine a tre cardinali — Herranz, Tomko e De Giorgi — che gli hanno consegnato un rapporto e dovrebbero incontrarlo a ridosso delle sue dimissioni di giovedì.

I TRE


‘detective’ porporati avrebbero individuato i ‘mandanti morali’ dell’addetto alla Camera pontificia e avrebbero fotografato trame e lotte di potere nello Stato pontificio. Tra le notizie di questi giorni, quella che il documento top secret individua il ruolo di un’influente «lobby gay» dentro le mura Leonine. La notizia, rimbalzata su siti web e giornali di mezzo mondo, è stata la scintilla che ha incendiato la rabbia di Bertone.

«NEL CORSO

dei secoli — recita una nota diramata ieri dalla Segreteria di Stato — i cardinali hanno dovuto far fronte a molteplici forme di pressione, esercitate sui singoli elettori e sullo stesso Collegio, che avevano come fine quello di condizionarne le decisioni, piegandole a logiche di tipo politico o mondano. Se in passato sono stati gli Stati a cercare di far valere il proprio condizionamento nell’elezione del Papa, oggi si tenta di mettere in gioco il peso dell’opinione pubblica, spesso sulla base di valutazioni che non colgono l’aspetto spirituale del momento che la Chiesa sta vivendo». È «deplorevole» che «si moltiplichi la diffusione di notizie spesso non verificate, o non verificabili, o addirittura false, anche con grave danno di persone e istituzioni».
Ma il Papa, che pure di Bertone si fida, continua a denunciare la «sporcizia» nella Chiesa e, ieri, a conclusione del ritiro di Quaresima, ha detto che il «molto bello» della creazione «è permanentemente contraddetto, in questo mondo, dal male, dalla sofferenza, dalla corruzione»: «Il maligno vuole sempre sporcare la creazione per contraddire Dio e rendere irriconoscibile la sua verità».
Ma Ratzinger resterà fuori dal Conclave. Non Bertone, in questi anni bersaglio di contestazioni e richieste di dimissioni. Il ‘caso Boffo’, Vatileaks, la gestione dello Ior sono alcuni dei motivi di critica. Idee che riaffiorano in molti cardinali che si apprestano ad entrare in Conclave. Nell’entourage del segretario di Stato ha preso corpo la convinzione di manovre ostili e campagne stampa orchestrate. Ieri il ‘j’accuse’ che suona come un asserragliamento.