Stefano Grassi
ROMA
CHE SBERLA

per il consumatore: carne di cavallo anche nei tortellini. E dopo essere esploso in Europa, precisamente in Irlanda, lo scandalo della carne equina negli alimenti al posto di quella bovina (senza essere citata nell’etichetta) ha toccato anche l’Italia. Protagonista (in negativo) la Buitoni, ora appartenente alla Nestlè, colosso alimentare svizzero. La multinazionale ha annunciato di aver ritirato dagli scaffali italiani e spagnoli i «Ravioli di Brasato Buitoni» e i «Tortellini di Carne» dopo il rinvenimento dell’1% di dna equino nei campioni. I Nas ieri hanno visitato la sede milanese e lo stabilimento di Moretta, nel cuneese, della Nestlè. Che però rassicura i consumatori: «Non ci sono problemi di sicurezza alimentare». Precisando che sono state sospese «le consegne di prodotti con manzo della tedesca Schypke» e annunciando il ritiro anche delle «Lasagnes a la Bolognaise Gourmandes», a marchio Davigel, in Francia e Portogallo.

SONO

questi i primi effetti del via libera europeo ai controlli. Test iniziati e che dureranno per almeno un mese: esame del Dna su un campione di 2.250 derrate, tra le 10 e le 250 per stato. Più importante un secondo esame per individuare tracce di fenilbutazone, un anti-infiammatorio tossico, che era stato trovato in alcuni casi nella carne equina in Gran Bretagna. L’Italia, però, fa di più. Il ministro della Salute Balduzzi ha chiesto alle Regioni e alle Province autonome di intensificare i controlli negli stabilimenti di produzione, trasformazione e deposito, e ha inviato i Nas. «L’Italia — ha spiegato Balduzzi — ha attivato i controlli per combattere la frode sin dal primo febbraio, ben prima della Raccomandazione Ue. I Nas hanno effettuato controlli sia negli stabilimenti di produzione, sia sulla rete di distribuzione». Poi il ministero ha predisposto il prelievo di 200 campioni di alimenti commercializzati e/o etichettati come contenenti carne bovina ma che, per loro natura, si prestano ad essere oggetto di frode alimentare. Il prelievo di prodotti riportanti in etichetta la dizione «carne bovina», viene eseguito presso la grande, media e piccola distribuzione: essenzialmente carne macinata, hamburger refrigerati o congelati, sughi con carne macinata (tipo ragù), carne in scatola, tortellini e ravioli con carne, cannelloni e lasagne.

IMMEDIATE

le proteste delle associazioni dei consumatori che chiedono controlli più efficaci, mentre la Confederazione agricoltori invoca l’etichettatura obbligatoria anche per gli alimenti trasformati. Di fatto, commenta, Assomacellai la questione «non riguarda la sicurezza alimentare, ma la violazione delle norme di etichettatura, una frode in commercio operata da grandi marchi». E la Coldiretti: il problema è che sui 30 milioni di carne di cavallo importati nel 2012, essenzialmente da Polonia, Francia, Spagna e Romania, non c’è indicazione di provenienza. In rete, invece, i cinesi si stupiscono twittando: «Mandateceli a noi i tortellini che non volete». Per loro la carne di cavallo è una prelibatezza, più costosa di quella bovina. E poi, di carne, in genere, da quelle parti ne vedon poca.