RIMINI
L’ABBOZZO
di una fiscalità diversa sul lavoro, che possa sostenere la ripresa senza mettere a rischio i conti, arriverà oggi sul tavolo del consiglio dei ministri. L’idea, lanciata dal minsitro Fornero dal palco del Meeting di Rimini, è di sperimentare una decontribuzione, e quindi un taglio del cuneo fiscale, sulle «imprese che valorizzano il capitale umano». Già, perché la tassazione sul lavoro è «troppo alta». Di qui, l’impegno a cambiare le cose: «Me ne assumo la responsabilità — dice Fornero — perché questa dovrebbe essere, dopo aver fatto la riforma del mercato del lavoro, la prima aspirazione di un ministro del Lavoro insieme all’equilibrio dei conti». Il tutto, «senza l’affanno di un decreto da approvare, quella di domani (oggi per chi legge, ndr) sarà una riflessione sui tanti tasselli per avviare il paese alla crescita».

PER

il ministro, la parola chiave della fase due è «fiducia», ripetuta più volte come un mantra. Perché, sostiene, «oggi c’è un po’ più di fiducia rispetto a sei-otto mesi fa. Dobbiamo proseguire su questa strada». Quanto al ‘piano giovani’ che il governo si appresta a varare, Fornero spiega che non conterrà «misure eclatanti», piuttosto saranno «mirate, territoriali, minute, misure microeconomiche. E non una quantità eccessiva di risorse, ma dovranno essere spese bene». E chiede che i giovani vengano valorizzati per il merito: «La crescita si fonda sul pieno riconoscimento del merito, non sulle parentele».

MERITO

e capitale umano in peimo piano. «Ho fatto in compiti delle vacanze e fra le mie cose c’è questa sperimentazione sul cuneo. Ho parlato di sperimentazione perché si deve riflettere tutti insieme: ci possono essere idee bellissime, ma che costano tanto». Questa idea è di alleggerire il carico fiscale e contributivo «per le imprese che fanno il bilancio del capitale umano, che fanno formazione, che si occupano dei loro lavoratori, che non fanno discriminazioni. Insomma, che valorizzano il capitale umano».

L’ALTRO

punto, annunciato la mattina ai microfoni di Radio Anch’io: «Occorre lavorare sulla produttività a parità di salario e oneri sociali. Se riusciamo ad alzare la produttività, alle aziende il lavoro costa meno e diventano più competitive». Dichiarazione con un’appendice rivolta ai sindacati: «È naturale mettersi tutti insieme attorno ad un tavolo per valutare le misure» necessarie. E rilancia un nuovo patto sociale. «È ciò che dobbiamo fare e che possiamo fare — si dice convinta — Non sono affezionata ai nomi, che si chiami concertazione o dialogo, possiamo farlo».