Martedì 30 Aprile 2024

Senato, eletti i vicepresidenti. Scontro sui questori: Pd a bocca asciutta

Solo una vicepresidente (Anna Rossomando) per i dem: niente questori e segretari a palazzo Madama. E a Montecitorio l'accordo è saltato

I vicequestori eletti al Senato: La Russa, Taverna, Rossomando e Calderoli

I vicequestori eletti al Senato: La Russa, Taverna, Rossomando e Calderoli

Roma, 29 marzo 2018 - La democratica di fede orlandiana Anna Rossomando rischia di essere l’unica esponente a rappresentare il Pd nell’ufficio di presidenza di entrambe le Camere. Di Palazzo Madama, nel caso in questione, dove è stata eletta ieri sera.  E in generale perché a palazzo Montecitorio – dove i quattro vicepresidenti, i tre questori e gli otto segretari d’aula che servono a comporre, l’ufficio di presidenza di ognuno dei rami del Parlamento verranno messi in votazione stamane – ogni accordo è saltato e il Pd ne è stato tagliato fuori. E trattasi di primato, in negativo: non accadeva dal 1948 che il secondo partito per numero di seggi non avesse cariche.

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Lo scontro che ieri si è consumato nell’aula del Senato, e oggi alla Camera, è anche foriero del futuro governo. La tenaglia stretta tra Lega e M5S – con FI nel ruolo del vaso di coccio tra i due vasi di ferro – si è stretta sul Pd. Soprattutto, ha pesato la pretesa grillina di avere per sé, al fine di poter cavalcare il tema del taglio dei vitalizi, un questore sia alla Camera che al Senato. O i 5 Stelle ne concedevano uno al Pd, per ragioni di bon ton istituzionale, come avevano promesso, oppure – dato che il centrodestra aveva in Senato e avrà oggi alla Camera i numeri per eleggerne due in ognuna – se ne eleggevano uno da soli. E così è accaduto.

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Il Pd ha votato, pur sapendo di non avere speranza, candidati di bandiera, come sulle presidenze. Il centrodestra ha fatto orecchie da mercante e si è votato i suoi. Per il Pd si tratta di una "deriva antidemocratica", tuona il senatore Gianni Pittella. Ettore Rosato, che era il vicepresidente indicato dal Pd alla Camera, sbotta: "Questi sarebbero quelli che vogliono parlare con noi di governo? Rifiuteremo ogni incarico, anche il segretario d’aula, che pure ci spetterebbe di diritto. Li voglio vedere al governo". Non a caso, oggi – annuncia il segretario Martina, che dopo molti ammiccamenti con i 5 Stelle si è deciso a fare il duro – "il Pd non parteciperà a nessun incontro con altri partiti sui programmi o altro. Attendiamo le consultazioni vere". Insomma, per paradosso, vince la linea di Renzi, che ieri, non a caso, ha rilanciato le parole del presidente Orfini ("Con i voti del Pd non farete alcun governo"), in pubblico, per poi incitare i suoi senatori, mentre era in corso il voto, così: "Avrebbero bisogno del 90% dei nostri voti per fare un governo, ma nessuno ha capito che non li avranno mai". Per quanto riguarda la composizione dell’ufficio di presidenza del Senato, sono stati eletti Roberto Calderoli (Lega, 164 voti), Ignazio La Russa (Fd’I, 119 voti), Paola Taverna (M5S, 105) e appunto Anna Rossomando (Pd, 63) come vicepresidenti; i tre questori sono Antonio De Poli (Udc-FI, 165 voti, questore anziano), Paolo Arrigoni (Lega, 130) e Laura Bottici (M5S, 115). Mentre gli otto segretari d’Aula sono stati divisi tra Lega e Fi (2 ciascuno) e M5S (quattro). Con il Pd a bocca asciutta. 

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