Un appuntamento in diretta televisiva per dire che non è più primo ministro del Portogallo. António Costa (foto) ieri mattina ha rassegnato le dimissioni, annunciandole ai portoghesi con un sofferto discorso televisivo. Una scelta fatta per tutelare le istituzioni del Paese da un’indagine penale sul suo conto. Ma "sono fiducioso nel funzionamento della giustizia", ha chiarito il premier, e poi si è detto "a disposizione per chiarire ogni sospetto sul mio operato".
Alla guida del Portogallo dal 2015, "In questi anni – ha detto –, mi sono dedicato con l’anima e con il cuore a servire i portoghesi". E sulla sua innocenza: "Voglio dire ai portoghesi, guardandoli negli occhi, che non ho sulla mia coscienza il peso di nessun atto illecito". Le dimissioni un atto dovuto: "Ho il dovere di impegnarmi nella preservazione della dignità delle istituzioni democratiche che rappresento" è il discorso del premier. Costa ha infine ringraziato i portoghesi, il Partito socialista e sua moglie. L’inchiesta in cui è coinvolto riguarda l’energia verde: l’idrogeno verde a Sines e le miniere di litio di Montalegre. Le accuse sono di appropriazione indebita, corruzione attiva e passiva di titolari di cariche politiche e traffico di influenza nell’ambito dell’assegnazione delle licenze di esplorazione del litio e di produzione di idrogeno. Il presidente della Repubblica ha accettato le dimissioni con effetto immediato.