Firenze, 9 marzo 2023 - Sindaco Nardella, nel nuovo Pd Bonaccini sarà presidente o vicesegretario?
"Le dichiarazioni di Schlein e Bonaccini mostrano sincera volontà a lavorare insieme per dare al partito una gestione unitaria".
Quindi?
"Il tipo di ruolo è conseguente alla volontà di tutti di condividere la stessa linea politica del nuovo Pd".
C’è questa volontà?
"Se sto alle dichiarazioni di tutti durante il congresso credo che un accordo tra riformisti e radicali sia utile e doveroso".
Crede ci sia un rischio di radicalizzazione?
"Tutti noi dobbiamo far crescere un Pd capace di raccogliere consensi e di allargare la partecipazione. Un partito più identitario all’opposizione può essere un vantaggio. Ma non dobbiamo commettere l’imprudenza di allargarci solo a sinistra".
È possibile non perdere i voti degli elettori moderati?
"Se lavoriamo insieme possiamo farcela. E possiamo riportare il Pd ben oltre il 20% alle prossime elezioni europee".
Ha parlato a lungo con Schlein alla manifestazione, domenica all’assemblea dovrà avere le idee chiare. Squadra, linea e l’obiettivo del Pd che coincide anche con il suo destino...
"Durante il congresso in molti dicevano che le posizioni di Schlein e Bonaccini non fossero così diverse. Ora non si può dire, al contrario, che le distanze fra i due sono incolmabili".
Ci sono differenze, però...
"Su politica estera, scuola e sanità pubblica, lavoro possiamo e dobbiamo trovare un minimo comune denominatore. Poi ognuno ha il diritto di far prevalere le proprie sensibilità. Del resto ci chiamiamo partito democratico e ciò presuppone la capacità di aprirsi al confronto e di vivere il pluralismo come un valore. È difficile accettarlo per altri partiti dove una persona decide e gli altri eseguono. Ma questa è la nostra identità".
Le prime mosse di Schlein sono state subito d’attacco: niente più Pd sonnolento ma opposizione dura e pura?
"La cultura riformista nel Pd è indispensabile per costruire un opposizione radicale, ma anche propositiva. Non dimentichiamo che il nostro obiettivo è tornare a governare il Paese vincendo le elezioni alla fine di questa legislatura. Oltre al coraggio serve credibilità".
Quindi un Pd di lotta e di governo?
"Siamo all’opposizione in Parlamento, ma governiamo Regioni e città molto importanti. La forza dei territori è un valore aggiunto del nuovo Pd, assurdo viverlo come un problema".
Ma così il Pd ritroverà l’identità perduta?
"Abbiamo perso quasi sette milioni di voti da quando siamo nati. Tra questi ci sono tantissimi elettori di sinistra e altrettanti di centrosinistra che votano altre formazioni o hanno smesso di votare".
Tutti insieme sotto lo stesso simbolo...
"Il nostro problema non è mai stato quello di cambiare il simbolo, ma di dare un senso a quello che abbiamo e al fatto che siamo nati per mettere insieme radicali e riformisti. È questa la storia dell’unione delle due grandi culture politiche che, anche attraverso il progetto dell’Ulivo di Prodi, sono confluite nel Pd. Per questo sono convinto ci possa e ci debba essere spazio anche per le culture cattoliche e socialdemocratiche".
Quindi cambiare tutto per non cambiare nulla...
"Niente affatto, Schlein con il supporto di Bonaccini e dei sindaci dem può affermare una nuova leadership politica e portare un profondo cambiamento del gruppo dirigente. Si tratta di volerlo".
Lei sostiene di essere disponibile a dare senza chiedere nulla in cambio, ma anche il suo destino personale è in gioco. Rifiuterebbe un ruolo di primo piano nel partito?
"Io non ho chiesto niente, a me interessa prima di tutto poter esprimere liberamente le mie idee più che sgomitare per un posto. Farò quel che mi chiede il partito, anche si trattasse di dare una mano da semplice iscritto. Il mio ruolo di sindaco mi dà già tanto spazio per aiutare il Pd a realizzare progetti a favore dei cittadini".
Lei che è sempre in mezzo alla gente non aveva intercettato la voglia di cambiamento o pensa che alle primarie abbiano votato elettori non del Pd?
"Ho avuto la sensazione che a queste primarie, come è successo in modo diverso anche in passato, abbiamo portato al voto anche persone che si erano allontanate dal Pd. La vera sfida sarà riappassionarle a un progetto politico fuori da tatticismi e alleanze create in laboratorio".
Quali alleanze vere?
"Con gli elettori che hanno smesso di votarci, sono quelle le prime da fare".
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