Venerdì 26 Aprile 2024

Pd, Bonaccini pedala in tandem. "Io e Picierno sappiamo combattere"

Il candidato segretario: "Non è un ticket, dobbiamo andare forte insieme: lei è come me". Anche Orfini si schiera con il governatore dell’Emilia-Romagna: "L’apparato sostiene la Schlein"

Stefano Bonaccini, 55 anni, e Pina Picierno, 41 anni

Stefano Bonaccini, 55 anni, e Pina Picierno, 41 anni

Roma, 29 dicembre 2022 - Preferisce definirlo "un tandem e non un ticket" (obiettivo: "pedalare forte", del resto il tour nei cento comuni, "dove le persone vivono", è appena iniziato), quello con Pina Picierno che, per il governatore dell’Emilia-Romagna, ha diversi atout che l’hanno convinto: "Pina è donna da combattimento, giovane, eletta al sud con dimensione europea". Ieri Bonaccini ha presentato, a Roma, una serie di proposte di quando (e se) diventerà segretario. Claim della campagna l’hashtag #energiapopolare. Sul Qatargate annuncia: da segretario proporrò un codice etico degli eletti e un codice di autoregolazione interna (sperando che basti). Ma anche una scuola di formazione politica (numi tutelari: Berlinguer e Zaccagnini, il meglio del Pci e della Dc). E poi, la sferzata: "Il Pd deve essere un partito popolare e da combattimento".

Mentre Bonaccini macina chilometri e la Picierno gli copre sia il fronte sud che la lotta alle mafie e alla corruzione, su cui ieri si è molto spesa, inizia a diventare un gioco duro, la corsa a nuovo segretario del Pd. I candidati sono tutti in campo, ma le incognite aumentano e le polemiche salgono di tono. Sciolta la riserva di Gianni Cuperlo, resta da capire in quale campo andrà a pescare l’ultimo testimonial della "sinistra ortodossa" e post-comunista del partito. Tra i sostenitori di Elly Schlein, circola un misto di delusione e fiducia. La seconda è dovuta alla sicurezza che il consenso attorno a Elly aumenta di giorno in giorno. La prima è dovuta al mancato sostegno di Cuperlo a una candidata che rappresenta una scelta nuova, forte, di sinistra e donna. Insomma, un profilo che avrebbe dovuto compattare la sinistra dem. La quale, però, mostra una certa freddezza.

A differenza di Franceschini, i due veri pezzi da novanta dell’area, Orlando e Zingaretti, ancora non hanno esplicitato un appoggio convinto a quella che, in teoria, resta la loro beniamina.

Invece, Matteo Orfini si schiera, ora apertamente, con Bonaccini: "Scelgo Stefano. L’apparato, ammesso che esista è altrove: quasi tutto il gruppo dirigente attuale sostiene la Schlein". Parole cui risponde il vice-segretario dem del Lazio, Enzo Foschi, che rimprovera Orfini di essere stato, lui stesso, ‘apparato’ (con D’Alema e non solo).

Il dibattito esplode nel momento di massimo rimescolamento delle correnti interne al Pd. Il percorso di avvicinamento di Piero Fassino, ieri presente all’iniziativa con Picierno, fa rumore. Contestualmente, Fassino fa trapelare di lavorare a una nuova area politica, "Iniziativa democratica", cui prendono parte ex parlamentari di peso come Francesca Puglisi, Gianclaudio Bressa, Antonello Giacomelli, Caterina Biti e Roberto Montanari, ex capo segreteria di Franceschini. Silenti, ma scettici, sulla Schlein, l’ex ministra Roberta Pinotti, la europarlamentare Patrizia Toia, il segretario del Pd laziale, Bruno Astorre, tutti ex franceschiniani, mentre restano, convinti, dentro Area dem, Franco Mirabelli, Marina Sereni, Chiara Braga e molti altri.

Certo è che la spaccatura di Area dem di suoi pezzi pregiati, poco convinti da una scelta "troppo di sinistra", fa impressione. Varie fonti assicurano che "la parte ortodossa e più antica e storica del Pd sta con Bonaccini" che viene visto come "il candidato più affidabile". Parole che, però, a loro volta, contraddette dall’uscita a sorpresa di Ugo Sposetti, storico tesoriere del Pci e ancora oggi custode della Fondazione Pds-Ds, che, in un’intervista all’Espresso, annuncia, a sorpresa, che "al Pd serve un cambiamento radicale, altrimenti muore. Io sto con la Schlein".