Enzo Martinelli
L’UNICA vera riforma al sistema scolastico, ideato e realizzato da Giovanni Gentile nel 1924, è stata fatta da Fanfani; con la legge 1859/1961 fu abolito l’avviamento professionale e istituita la scuola media unica senza lo studio del latino. Si diede sostanziale ed effettivo contenuto al soddisfacimento dell’obbligo scolastico previsto dalla Costituzione. Raggiunto questo grande iniziale traguardo, si sarebbero dovuti adeguare i successivi livelli di istruzione, perché la selettiva scuola gentiliana, era diventata l’inclusiva scuola ‘di massa’. Da allora tutti i governi, quando hanno presentato il loro programma in Parlamento, hanno sempre fatto riferimento alla necessità di riformare la scuola. Questi i risultati: negli ultimi 15 anni quasi 3 milioni di ragazzi iscritti alle scuole superiori statali non hanno completato il corso di studi. Commentando questi dati ‘Tuttoscuola’ scrive: «Sono cifre da guerra mondiale, una shoah sociale, un’emorrogia che indebolisce il corpo sociale e ne riduce la capacità di competere».
LEGG I sul sistema formativo ne sono state fatte tante, ma quasi tutte finalizzate prioritariamente alla gestione del personale. Non hanno trovato oppositori la legge per l’integrazione dei portatori di handicap che ha comportato l’aumento di oltre 100mila docenti, quella per il tempo pieno che ha creato altrettanti posti, la legge per l’estensione della scuola materna e per l’insegnamento della religione cattolica che hanno sistemato decine di migliaia di insegnanti. Quando si è provato ad incidere sulla qualità dell’insegnamento (ordinamenti, valutazione, didattica, merito, ecc) la maggioranza non si è mai trovata.
Ora ci prova Renzi, ma la scuola militante ha già detto no a tutte le sue proposte fuorché alla stabilizzazione dei precari. Un esercito enorme di ‘attendisti’, in guerra fra loro per le preferenze nelle graduatorie, ai quali si aggiungono, per effetto di una recentissima sentenza del Consiglio di Stato, anche tutti i maestri, privi di laurea, che si sono diplomati prima del 2001/2002. La parte del disegno di legge governativo che andrà in porto riguarderà, ancora una volta, le questioni del personale. Per il resto si può attendere, anche se la scuola è fatta per educare ed istruire gli alunni piuttosto che per risolvere i problemi degli insegnanti.