Lunedì 29 Aprile 2024

Governo, Di Maio a Salvini: scegliamo premier terzo ma Berlusconi resti fuori

Ultimo appello del leader grillino per un esecutivo politico a maggioranza Lega-M5s. "Non voteremo governo tecnico". Dalla Lega filtrano apprezzamenti. Gentiloni: "No a Mattarella è no all'Italia". Vertice centrodestra: restano distanze tra Salvini e Berlusconi Governo, il puzzle di Mattarella. Caccia a un premier acchiappavoti Il sondaggio: Lega e 5 Stelle crescono - di ANTONIO NOTO Lunedì nuove consultazioni: il calendario

Luigi Di Maio (Imagoeconomica)

Luigi Di Maio (Imagoeconomica)

Roma, 6 maggio 2018 - A oltre due mesi dalle elezioni del 4 marzo, le trattative per un governo potrebbero essere vicine a una svolta. Domani Mattarella farà le ultime consultazioni e, se sarà confermata l'assenza di maggioranze, opterà per un esecutivo 'di tregua'. Intanto Luigi Di Maio tenta l'ultima carta di un accordo con la Lega per evitare un tecnico a Palazzo Chigi e si dice disposto a farsi da parte. "Dico a Matteo Salvini: sediamoci a un tavolo e scegliamo insieme un presidente del Consiglio che sia un politico", ha affermato a 'Mezz'ora in più' su Rai 3. Ci deve essere naturalmente un'intesa programmatica. "L'idea è un contratto su un governo M5S-Lega. Oltre non si va (...)". E la condizione è sempre la stessa: che Berlusconi resti fuori. Trattare con il Cav è "l'unica cosa che non ho fatto e ne sono orgoglioso perché penso che sia un'era politica finita". 

Lucrezia Reichlin
Lucrezia Reichlin

Un fatto è sicuro, dice Di Maio: "Se siamo in grado di fare un governo bene altrimenti parte un governo tecnico che noi non voteremo". E ancora: "Per il governo del presidente oggi non ci sono numeri, perché se noi non ci siamo e non c'è la Lega di Salvini, mancano i numeri". 

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IL SUMMIT DEL CENTRODESTRA - Le parole del leader grillino arrivano a poche ore dall'atteso vertice del centrodestra in cui Matteo Salvini, Silvio Berlusconi e Giorgia Meloni dovrebbero tirare le somme in vista della giornata di domani. Ma al termine del vertice Meloni e Salvini hanno lasciato via del Plebiscito senza fare dichiarazioni. Tutto è rimandato a domani mattina. A quanto si apprende in ambienti del centrodestra rimangono le distanze tra Matteo Salvini e Silvio Berlusconi dopo il lungo vertice. Il leader della Lega resta contrario ad un governo del presidente, e avrebbe spiegato al Cav che senza un governo politico che dia garanzie agli italiani sarebbe meglio andare al voto al più presto. Invece Silvio Berlusconi avrebbe ribadito a Salvini che Forza Italia non intende rimanere fuori da un eventuale governo politico con i 5 stelle e avverte che non darà mai il via libera ad appoggi esterni.

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Ma se dal summit a Palazzo Grazioli, spiega Di Maio, "dovesse arrivare un'altra chiusura, il Movimento Cinque Stelle non avrebbe problemi a tornare alle elezioni", che potrebbero essere fissate prima del previsto: "Abbiamo fatto uno studio. Si può votare a fine giugno o inizio luglio". Intanto dagli ambienti del Carroccio filtrano apprezzamenti per l'intervento di Di Maio. Le stesse fonti ribadiscono l'indisponibilità leghista verso qualsiasi governo del presidente.

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L'IMPEGNO PER I CONTI - Salvini da parte sua aveva fatto la sua ultima offerta al M5s proponendo un accordo per un governo a tempo che portasse a una nuova legge elettorale e alla sterilizzare l'aumento dell'Iva. In gioco c'è la Legge di Bilancio con lo spettro dell'esercizio provvisorio. Di Maio oggi rilancia: "Quello che voglio fare è un governo politico con la Lega su determinati punti". Certo "l'esercizio provvisorio è da scongiurare assolutamente", ma secondo l'ex presidente della Camera non è necessario un esecutivo tecnico.  "Non vedo le condizioni per un governo che non sia politico, ma ci sono comunque le condizioni per tenere i conti a posto". E spiega: "Il Parlamento sta lavorando nella commissione speciale: il governo ha presentato il Def, che analizzeremo come Parlamento. Ora bisogna fissare con una legge quello che prevediamo nel Parlamento e questo si può fare con un decreto legge manovrina sia a luglio, sia a settembre per votare a ottobre per scongiurare l'aumento dell'Iva. C'è l'impegno del M5s di tenere i conti in ordine". 

REFERENDUM EURO? SE M5S FUORI DAL GOVERNO - Interpellato da Lucia Annunziata, Di Maio chiarisce anche la posizione del Movimento in merito a un referendum sull'Euro. "Chi lo conosce sa che Beppe Grillo è uno spirito libero: la linea sull'Euro e sull'Europa è andare al governo e cambiare i trattati. Se il M5s viene escluso dal governo e messo in disparte, è chiaro che si presentano alcune istanze con altri strumenti di democrazia diretta o iperdiretta. Se la democrazia rappresentativa fallisce dicendo al M5s di andare fuori dovremo inventarci qualche altra cosa" e "continueremo a chiedere strumenti di democrazia diretta".

Il sondaggio: Lega e 5 Stelle crescono - di ANTONIO NOTO

RIFORMA RAI  - Infine riguardo a una ristrutturazione della Rai: "Non facciamo editti o cacciamo qualcuno. Ci siamo presentati alle elezioni con un programma e vogliamo approvarlo. Se la riforma che serve della Rai viene definita un editto allora chiamatemi dittatore!".

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GENTILONI: NO A AMTTARELLA E' NO ALL'ITALIA - "Io sono un po' perplesso di altolà preventivi a eventuali proposte del presidente della Repubblica. Tutte le forze politiche dovrebbero fermarsi almeno cinque minuti e riflettere sugli interessi generali del Paese. Dire no al capo dello Stato è dire no all'Italia, è molto pericoloso".  Paolo Gentiloni a 'Che Tempo Che Fa' su Rai1 ha parlato delle consultazioni previste domani al Quirinale. "Previsioni non facili", ha detto il presidente del Consiglio a proposito, sottolineando che "il governo senza avere un rapporto di fiducia con il Parlamento è un'attività con complicazioni come un governo normale e però in questo caso gli manca la forza politica e capacità di rappresentare il Paese a pieno titolo. Proseguire in una condizione del genere è un problema". Per Gentiloni "un governo che non ha il consenso del Parlamento è comunque un governo più debole, non c'è niente da fare...".

Alla domanda "Ha già prenotato le vacanze"? Il premier ha risposto: "Ancora no, ma non per ragioni politiche, sono attese da molto tempo e mi devo organizzare e vedere bene dove andare. E speriamo che si possano fare vacanze, vorrebbe dire che non si torna a votare fra 4 mesi". Poi chiarisce: "Il 'tocca a loro'? Un partito con il Pd, per definizione di sinistra di governo, non si deve collocare per definizione all'opposizione. Penso che non era realistico che il Pd appoggiasse un governo guidato da Di Maio, ma forse si poteva discutere per mettere a nudo il M5S e il gran rifiuto non era indispensabile".

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