Giovedì 25 Aprile 2024

Ghizzoni, l'audizione sul caso banche. La verità dell'ex ad di Unicredit

Ghizzoni cala l’ultimo carico dopo le rivelazioni di Vegas e Visco Ghizzoni-Boschi, cosa scrive De Bortoli nel suo libro Ghizzoni-Boschi, ecco la mail di Carrai Banche, siluro di Visco a Renzi. Ma lui esulta

Maria Elena Boschi e Federico Ghizzoni (ImagoE)

Maria Elena Boschi e Federico Ghizzoni (ImagoE)

Roma, 20 dicembre 2017 - Interessamento ma non pressioni. E, anche qui, l’interlocutore sbagliato. L’ex ad di Unicredit, Federico Ghizzoni, dopo mesi di illazioni e polemiche, alza il velo sugli incontri con l’ex ministro Maria Elena Boschi. Lo fa nella Commissione di Inchiesta sulle banche, mettendo l’ultimo carico dopo le rivelazioni di Vegas e Visco. La data incriminata è il 12 dicembre 2014 quando Ghizzoni, da solo, incontrò la Boschi e lei gli chiese eplicitamente “se era pensabile valutare un intervento su Etruria. Risposi che per richieste di questo genere non ero in grado di dare risposta”.

Un "colloquio cordiale", nel quale Ghizzoni dice di “non avere avvertito pressioni da parte del ministro” ma ha voluto mettere in chiaro che certe questioni passano attraverso vie istituzionali. E alla domanda su cosa intendesse per pressioni, spiega: "La pressione sarebbe stata se mi avesse chiesto seccamente: acquisite etruria. Dopodiché le pressioni uno le può sentire o non sentire, è  soggettivo”. Insomma, “la richiesta c'è  stata ma non ha leso la nostra capacità di decidere in maniera indipendente".

Ghizzoni-Boschi, cosa scrive De Bortoli nel suo libro

Da quel momento in poi non ci sono stati contatti. Salvo che circa un mese dopo, il 13 gennaio, arriva una mail di Marco Carrai - "Ciao Federico, solo per dirti che su Etruria mi è  stato chiesto do sollecitarti se possibile e nel rispetto dei ruoli”. Ghizzoni "decise volutamente" di non chiedere chiarimenti o da dove arrivassero le sollecitazioni perché non voleva "aprire altri canali di comunicazione". Rispose soltanto, "stiamo lavorando" e che la risposta sarebbe stata data ai vertici di Etruria. Il banchiere racconta anche di non avere rapporti sociali o di amicizia con Carrai nonostante lui si rivolga in quella mai con il ‘tu’.

Ma Carrai non è un uomo qualsiasi, è nel board della Fondazione Open insieme con Maria Elena Boschi e Luca Lotti, dunque da dove venisse quella sollecitazione non è difficile immaginarlo. "Sono una persona di numeri e di fatti, non faccio supposizioni....", glissa incalzato dal commissario Augello su chi fosse il mandante.

Banche, siluro di Visco a Renzi

Quello del 12 dicembre non fu l’unico incontro tra Boschi e Ghizzoni. Il primo fu "il 6 e 7 settembre 2014, nel corso del Forum Ambrosetti", ma "non ci fu nessun tipo di contatto con lei". Poi, l'11 settembre "ci fu un incontro a Palazzo Chigi con la ministra - racconta ancora - fu un incontro di natura istituzionale, si fece molto in generale sulle banche, ma non su specifiche banche, in questo incontro non ci fu nessun riferimento a banca Etruria". C’era anche  Giuseppe Scognamiglio, responsabile dei rapporti istituzionali del Gruppo Unicredit. Poi, ancora,  il 4 novembre ci fu "un altro incontro con la ministra Boschi in occasione della celebrazione dei 15 anni di Unicredit. Anche in questo incontro non ci fu occasione per discorsi di tipo bilaterale. Mi disse sentiamoci prima di fine anno" e allora fu fissato l'incontro del 12 dicembre. 

Il dossier Etruria, in realtà, era già stato aperto con gli advisor. E, infatti, il 3 dicembre ci fu un colloquio con i vertici di Etruria: "mi fu presentata la situazione della banca, mi dissero che Etruria doveva trovare una soluzione urgente perché correva il rischio del commissariamento a febbraio 2015, mi fu illustrato il piano di ristrutturazione. Mi chiesero se c'era l'interesse di intervenire nel capitale di Etruria, risposi che era molto difficile, i tempi erano molto ristretti e dissi anche che c'era un fattore esterno dirimente su qualsiasi acquisizione che era il passaggio alla vigilanza europea".

L’incontro con la Boschi, il 12 dicembre, non gli fece cambiare idea. Il 29 gennaio, infatti, Unicredit rispose a Etruria che non era interessata. Infine, il 24 febbraio 2015, quando l'istituto di Arezzo era già stato commissariato, la Vigilanza della Banca d'Italia contattò Ghizzoni per chiedergli se a scenario mutato Unicredit volesse riconsiderare un intervento. L'ex amministratore delegato confermò di non essere interessato. Motivo? L’investimento, anche solo nella good bank, avrebbe determinato troppo assorbimento di capitale. E non era certo il momento. Dopo l'incontro, e la comunicazione della risposta negativa, assicura il banchiere “sono continuati normali rapporti istituzionali col governo”. 

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