Lunedì 29 Aprile 2024

Due giugno tra Patria e Costituzione Meloni: "Ora remare tutti assieme"

La premier esalta i sacrifici degli italiani per un futuro migliore, il presidente i valori della Carta

di Alessandro Farruggia

"Chi l’avrebbe detto, chi se lo aspettava", si lascia sfuggire Giorgia Meloni allargando le braccia davanti all’affetto della gente in una festa della Repubblica che è la settantasettesima, ma la prima per lei da presidente del Consiglio. Tra Fori Imperiali e piazza Venezia sono migliaia i cittadini, famiglie, anziani, giovani, una partecipazione, sottolinea il presidente della Repubblica, "che testimonia il sentimento di attaccamento ai valori costituzionali e l’affetto verso le Forze Armate". Costituzione e Patria sono le parole chiave. La prima sottolineata come sempre con forza da Sergio Mattarella, la seconda da Giorgia Meloni, a riprova di un comune rispetto verso le istituzioni, ma di sensibilità in parte diverse. Due generazioni, quelle del presidente della Repubblica e della presidente del Consiglio. Due storie lontane e un lessico diverso nel definire i propri valori della Festa della Repubblica.

Proprio i valori della Repubblica e della Costituzione sono per Mattarella "la guida nel cammino di un’Italia autorevole protagonista in quell’Unione Europea che abbiamo contribuito a edificare". "Libertà, uguaglianza, solidarietà, rispetto dei diritti dei singoli e delle comunità – ha insistito nel messaggio al Capo di Stato Maggiore, ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone – sono pilastri fondamentali della Carta". Una Carta che unisce il Paese nei suoi valori. Ed esaurito il tema della Costituzione, Mattarella ha voluto salutare tutti gli italiani residenti all’estero passando al nodo delle migrazioni e della necessità di impedire la fuga dei cervelli per problemi economici e di occupazione.

Ai cronisti Meloni ha ricordato l’importanza della ricorrenza sottolineando il tema della patria: "Se non ricordiamo che quello che abbiamo qualcuno lo ha costruito, anche sacrificandosi, allora non capiamo neanche il senso del perché noi dovremmo fare dei sacrifici per chi verrà dopo di noi. La patria – ha aggiunto – è questo: una dimensione di sacrifici che si compiono insieme. Per chi l’ha fatto prima di noi e per noi che lo facciamo verso gli altri". Per Meloni "non è stata una semplice celebrazione, ma la dimensione del fatto che si deve capire che dalle difficoltà ne usciamo solo insieme, serve che ciascuno faccia la sua parte. Non c’è nessuno che da solo può risolvere i problemi. Capire che siamo tutti legati – ha concluso – è l’elemento culturale che serve per capire che dobbiamo remare tutti verso la stessa direzione".

E il fatto che la parata abbia visto sfilare per primi trecento sindaci tra i quali anche alcuni di quelle comunità della Romagna colpita dall’alluvione ha fatto dire al ministro della Difesa Guido Crosetto che "è anche nell’immagine delle devastazioni dell’alluvione ma anche nella solidarietà, di gente che si rimbocca le maniche, con ostinazione e coraggio, ho visto la Repubblica nella sua dimensione più pura e più concreta, quella di comunità solidale che affratella tutti i suoi cittadini".

A fianco dei cittadini della Romagna, come a fianco delle vittime delle tante catastrofi naturali che flagellano il nostro Paese, c’era questa comunità, della quale i 5.500 che sono sfilati ai Fori Imperiali – militari ma anche civili, corpi militari e si soccorso, associazioni combattentistiche e d’arma, volontari – sono una esemplificazione perfetta. Certo, c’è stata anche la sfilata militare, i corazzieri a cavallo, i bersaglieri, i paracadutisti della Folgore che atterrano proprio davanti alle autorità portando il Tricolore, chiusa come sempre dalle Frecce tricolori e che ha visto anche chicche come il mezzo subacqueo del Comsubin – le forze speciali della Marina – del quale manco si conosceva l’esistenza. Ma la sfilata più importante è quella del combinato disposto militare-civile. Di un Paese unito nei valori.