Venerdì 3 Maggio 2024

Price cap, l’ira di Draghi: "Niente intesa sul gas. Così l’Europa si spacca e vince Putin"

Il Consiglio europeo non si accorda sul tetto al prezzo, colpa di Berlino. Il premier uscente attacca: "Sarà recessione, non posso accettarlo"

"Non posso accettare queste conclusioni". Il giudizio di Mario Draghi al termine della due giorni di riunioni del Consiglio europeo sull’emergenza gas – il suo ultimo impegno ufficiale da premier in carica – non poteva essere più tranchant. Pesano le timidezze tedesche sulle misure di contenimento dei prezzi, per superare l’inverno e contenere gli aumenti in bolletta. "Abbiamo grandi possibilità di agire – aveva detto fiducioso al mattino Charles Michel, presidente del Consiglio Europeo. Le proposte sono sul tavolo, spero possa esserci l’accordo. Importante mostrarci determinati e solidali".

E invece a fine serata le parole del presidente del Consiglio tutto raccontano tranne che unione e coesione. "Ci chiedono la condivisione del gas, non del suo prezzo", chiosa infatti sarcastico Draghi. E lancia il suo allarme: "Così avremo recessione e rottura dell’unità europea. Così vince Putin". La sua posizione al tavolo, di fronte agli omologhi europei, pare sia stata chiara: "Gli Stati membri devono avere una capacità di spesa comune per avere le parità di condizioni". Dunque "non è una questione di solidarietà, ma di salvaguardia del mercato interno". Da qui l’urgenza di price cap e riforma del mercato elettrico.

Le richieste italiane sono però rimaste sul tavolo. Le conclusioni del Consiglio Europeo e le proposte della Commissione hanno riguardato invece il prevedere "obblighi precisi" sulla condivisione delle forniture di gas: il 15% obbligatorio, regole per la condivisione in caso di carenze e nessuna decisione concreta su un tetto ai prezzi, sulla solidarietà di bilancio, sull’attuazione del modello iberico, sulla riforma del mercato.

L’Italia, ha chiosato il premier, "può andare per la sua strada ed essere indipendente dal gas russo", ma "il rischio è di una frammentare il mercato, con riflessi negativi sull’unità europea se i Paesi con più spazio fiscale operano in autonomia".

In giornata la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, aveva spiegato che "per affrontare il caro-energia "ci sono due modelli sul tavolo. Uno al livello del Ttf, quindi sul mercato all’ingrosso del gas, e l’altro sul disaccoppiamento parziale del gas rispetto ai prezzi dell’elettricità". Finora, i due "modelli" erano stati presentati come complementari. Ora potrebbero diventare alternativi. Nella bozza di conclusioni circolata ieri a Bruxelles, infatti, si chiedeva di "portare avanti urgentemente" le misure contro il caro-energia, tra cui "un corridoio dinamico temporaneo dei prezzi delle transazioni di gas naturale", "un nuovo benchmark complementare entro l’inizio del 2023 che rifletta meglio le condizioni del mercato" e "un limite al prezzo del gas usato per la generazione di energia per ridurre i prezzi dell’elettricità". Fondamentale anche l’acquisto congiunto di gas, che verrà discusso e dovrà essere approvato oggi dai premier.

Sul limite al prezzo "dinamico", la Commissione dovrà vedersela però con il muro opposto da Germania, Olanda e Austria, contrarie a mettere un tetto di prezzo ai fornitori, nel timore che il gas naturale liquefatto (spedito via nave) possa prendere altre direzioni e che la Russia chiuda definitivamente i rubinetti. Un muro che il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha ribadito anche ieri: "Con un tetto al prezzo del gas, la Ue rischia di averne di meno". Sul fronte opposto, il presidente francese Emmanuel Macron: "Non penso che sia un bene, per la Germania e per l’Europa, se la Germania si isola". Di fronte alle divisioni interne all’Ue, intanto, il prezzo del gas torna a crescere a doppia cifra sul mercato europeo, per la prima volta dopo settimane. L’indice Ttf è risalito ieri fino a 127 euro al megawattora, guadagnando più del 13% rispetto alla chiusura di mercoledì.

Mario Draghi, 75 anni, ha preso parte al consiglio UE a Bruxelles
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