Giovedì 2 Maggio 2024

Decreto rave, il governo apre a modifiche. "Ma le regole vanno rispettate"

Il ministro Piantedosi vede i sindacati. Landini e Pd tornano a chiedere il ritiro del provvedimento. La premier Meloni: "La norma si può migliorare, ma stop a illegalità"

Roma, 4 novembre 2022 - Decreto rave del governo Meloni, tre certezze: l'esecutivo è pronto a modifiche, il diritto di manifestare è garantito. Ma nessuno toccherà la confisca dei mezzi, considerato il punto forte del provvedimento dal ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi che ha incontrato i sindacati. "Ho avuto modo di ribadire - dichiara il ministro dopo il faccia a faccia - che l'applicazione delle recenti misure adottate dal Governo è limitata alla specifica ipotesi della organizzazione dei rave party e che le nuove disposizioni non intaccano in nessun modo i diritti costituzionalmente garantiti, come quello di manifestare". Quindi Piantedosi aggiunge: "In ogni caso, in sede parlamentare, appoggerò qualsiasi modifica al testo normativo indirizzata nel senso di meglio precisare, qualora lo si ritenga necessario, i confini della nuova fattispecie penale".

Ragazzi lasciano il rave party di Modena (Ansa)
Ragazzi lasciano il rave party di Modena (Ansa)

Il decreto rave è oggetto di domanda anche durante la conferenza stampa che segue il consiglio dei ministri odierno. "Vietare le manifestazioni è la cosa più distante dalla mia storia e dalle mie convinzioni", puntualizza la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. "Se qualcuno ha idee per migliorare la norma - aggiunge - il Parlamento esiste per questo, se qualcuno pensa che in sede di conversione si possa fare meglio, noi siamo disponibili ad ascoltare". Ma chiarisce anche: "Il tema è impedire che il rave si faccia illegalmente, rispettando chi lavora regolarmente. Lo Stato che fa finta di non vedere chi se ne infischia delle regole è finito".

"Come si coniuga questa cosa dei rave con le norme sulla sicurezza dei lavoratori? Con quelle sulla sicurezza alimentare? Ad esempio, se vuoi vendere gli arrosticidni devi chiedere l'autorizzazione, perchè c'è chi non lo deve fare?", dice Meloni. "Qualsiasi cosa tu voglia fare - insiste la premier - tu devi rispettare le leggi. E questa Italia di chi non vuole farlo per noi è finita". Se invece si vuol dire il contrario "io non li seguo. Io vado avanti. Non siamo più la Repubblica delle banane, è questo che gli italiani si aspettano".

Le parole dei sindacati

Insomma il testo che ha infiammato la polemica politica torna al centro della discussione. Pierpaolo Bombardieri, segretario generale della Uil, conferma:  “La nostra preoccupazione rispetto al decreto anti rave era quali effetti potesse avere, ad esempio, su manifestazioni di tipo sindacale in un periodo caldo come questo. Il ministro ha escluso l’applicazione del decreto a qualsiasi iniziativa di tipo sindacale e collegata al lavoro. E si è impegnato, ove fosse necessario, a intervenire con delle modifiche per garantire questa scelta e noi ovviamente ci aspettiamo che nel periodo di approvazione parlamentare ci sia una risposta a queste nostre preoccupazioni”. 

"Ritiri la norma"

Alla Cgil però non basta e il segretario generale Maurizio Landini chiede in ogni caso "il ritiro della norma" perché anche sul fronte dei rave, ragiona, già esistono norme adeguate a rispondere alle preoccupazioni del governo. Ed il Pd con un blitz sfida la maggioranza e propone un subemendamento soppressivo che per essere esaminato deve ottenere però l’ok di tutti i gruppi. Da Fratelli d’Italia è subito arrivato "il no grazie" con Tommaso Foti, vicepresidente alla Camera, che bolla l’iniziativa come un modo "per fare cinema".