Sabato 4 Maggio 2024

Autostrade, pentastellati pronti a revoca concessioni

In futuro pedaggi vincolati alla manutenzione. Al vertice a Palazzo Chigi niente via libera sulle Autonomie

Casello autostradale, foto di repertorio (Ansa)

Casello autostradale, foto di repertorio (Ansa)

Roma, 25 giugno 2019 - Nulla di fatto sulle autonomie. Dopo tre ore di vertice a Palazzo Chigi va a finire che il testo non approderà in Consiglio dei ministri. Il premier Giuseppe Conte e i due vice, Luigi Di Maio e Matteo Salvini, dovranno chiarirsi nel corso di una nuova riunione sul tema, che si terrà probabilmente mercoledì della prossima settimana. "L'autonomia è nel contratto e si farà. Le riunioni servono per far condividere le cose. Quando si governa in due le cose di fanno in due. Quindi nessun blocco". Così fonti pentastellate riguardo al rinvio delle decisioni sulle autonomie. "Sull'Autonomia 5 Stelle fanno muro e si nascondo dietro ai burocrati. Ennesima riunione a vuoto". Così fonti della Lega, dopo l'incontro a palazzo Chigi. E dalle parole del leader leghista, Matteo Salvini, trapela insofferenza: "Bloccano qualsiasi iniziativa".

Sul tavolo anche l'esame della procedura di revoca della concessione alla Società Autostrade, conseguenza diretta del crollo del Ponte Morandi di Genova. Chiara la mossa annunciata dal Movimento 5 Stelle, che alla riunione della pattuglia governativa vede, oltre alla presenza del vicepremier Luigi Di Maio, anche la partecipazione del ministro Danilo Toninelli. Al tavolo, accanto al presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ci sono punti di vista che non collimano con l'altro vice, Matteo Salvini. La questione Autostrade, ad esempio, società controllata da Atlantia, coinvolta in diversi dossier e di recente anche in una ipotesi di ingresso in Alitalia, era già in agenda la scorsa settimana, poi la discussione era saltata e conseguentemente rinviata. Non è un mistero che la Lega vorrebbe, per il salvataggio della compagnia aerea, anche un coinvolgimento di Atlantia.

Va avanti di pari passo la riforma dei pedaggi autostradali al fine di superare i sei diversi sistemi tariffari attualmente applicati, "conferendo univocità e stabilità regolatoria agli assetti economici delle concessioni autostradali e superando il meccanismo degli aggiornamenti annuali delle tariffe" secondo le intenzioni del presidente dell'Art, Autorità regolatoria dei trasporti, Andrea Camanzi, espressa nella sua relazione in Parlamento. La riforma punta a introdurre una correlazione tra costi, pedaggi e investimenti. "Oggi abbiamo celebrato una rivoluzione, perché siamo intervenuti per rafforzare le competenze dell'Autorità per i Trasporti, l'abbiamo dotata di nuovi mezzi e risorse, con il decreto Genova e una legge del marzo di quest'anno", ha detto il premier Conte al termine della presentazione del Rapporto dell'Autorithy in Parlamento.

Pesa sulle dinamiche odierne il disastro del Ponte Morandi, "una tragedia annunciata" anche perché "i passati governi se ne sono sempre fregati della sicurezza" e "per anni i concessionari delle autostrade hanno solamente arricchito il loro portafoglio, aumentando i pedaggi al casello, spesso senza garantire un'adeguata manutenzione". Così Luigi Di Maio su Fb sottolineando che l'intervento sulle tariffe è solo il primo passo. "Lo abbiamo sempre detto: chi ha sbagliato deve pagare. E, ve lo assicuro, pagherà", ha concluso Di Maio.

I nodi a Palazzo Chigi riguardano anche la riforma del fisco e il braccio di ferro sulla Tav. Dal Cda di Telt a Parigi, arriva il semaforo verde alla pubblicazione dei bandi per i lavori in Italia della Torino-Lione, che l'Unione Europea contribuirà a finanziare, nella misura del 50%, quindi incrementando la copertura europea per la tratta  italiana. L'annuncio del governatore del Piemonte, Cirio, che da Parigi parla di giornata storica, è accolto dal gelo dei pentastellati: "I bandi sono revocabili senza onerì", questa la precisazione diramata dal ministero dei Trasporti.

Sulla scia dell'entusiasmo per la vittoria nella gara olimpica per l'assegnazione dei Giochi Invernali 2026, la Lega avrebbe provato inutilmente ad accelerare sull'Autonomia di Lombardia e Veneto, insieme all'Emilia Romagna. "Quando corrono gli enti locali l'Italia vince", dice Matteo Salvini, tornando a indicare Roma come il luogo dove "tutto si ingolfa". Ma su scuola, trasporti e tasse da trasferire alle ricche regioni del Nord, il Movimento 5 Stelle vuole giocare fino in fondo la sua partita. E almeno correggere e rallentare, se non fermare, la corsa dei governatori salviniani verso l'autonomia. Dando al Parlamento il potere di esaminare ed emendare. Con la calma necessaria. Questo un altro dei cruciali passaggi del lungo vertice serale a Palazzo Chigi. Salvini se ne va via a mani vuote, niente via libera sull'Autonomia, ma la partita resta aperta, su un piano tutto politico, su un altro tema caro alla Lega, quello della prossima manovra e della flat tax.