Venerdì 26 Aprile 2024

Claudio Anastasio si è dimesso dopo aver citato Mussolini su Matteotti in una mail

Nel messaggio inviato al cda avrebbe sostituito la parola "fascismo" con "3-I". Il manager era stato nominato presidente della società pubblica dal governo Meloni

Claudio Anastasio (ImagoE)

Claudio Anastasio (ImagoE)

Roma, 14 marzo 2023 - Claudio Anastasio ha rassegnato le dimissioni. Il presidente della società pubblica 3-I lascia dopo aver inviato ai componenti del cda una mail con una citazione del discorso di Benito Mussolini del gennaio del 1925, con cui il capo del fascismo rivendicava la responsabilità politica del delitto Matteotti, ucciso sei mesi prima da una squadra fascista. Nel testo della mail inviata, Anastasio si sarebbe limitato a sostituire la parola fascismo con 3-I. Il messaggio di posta elettronica, di cui dà notizia Repubblica, ha innescato un vero terremoto politico. Fino alle dimissioni del manager, giunte in poche ore come confermano fonti di governo. La società pubblica 3-I gestisce i sistemi software di Inps, Inail e Inps, Anastasio era stato nominato presidente dal governo Meloni. 

Opposizione all'attacco

Già prima che la notizia dell'addio di Anastasio filtrasse, era salito sulle barricate il Pd.  "L'uso della rivendicazione dell'omicidio Matteotti è vomitevole, il governo revochi subito la nomina di Anastasio alla guida della societa' pubblica 3-I", dichiarava il deputato dem, Claudio Mancini. "Il governo spieghi in Parlamento perché è stato nominato e quali interessi muovono una lettera di minacce così esplicita ai componenti del Cda", aggiungeva il parlamentare Pd.  "Soltanto un poveraccio esaltato che probabilmente non si rende conto di quello che ha fatto e scritto", attacca il deputato Pd Roberto Morassut. "Dimissioni dovute", rincara poi Antonio Misiani, senatore dem. "Un aspirante gerarca che rozzamente cerca di imitare Benito Mussolini", la sentenza del segretario nazionale di Sinistra Italiana, Nicola Fratoianni. "Meloni chieda scusa subito", twitta Arturo Scotto, deputato di Art.1. Duro anche il Movimento 5 Stelle: "Quali sono i riferimenti culturali dei dirigenti che il governo sta piazzando in organismi chiave del Paese? A quale modello sociale e istituzionale guardano? Sarebbe un errore derubricare questa vicenda ad episodio singolo, purtroppo è una matrice che si replica", afferma la senatrice Alessandra Maiorino, vice presidente pentastellata a Palazzo Madama.