Giovedì 7 Novembre 2024
LORENZO CASTELLANI
Politica

Chi ha vinto e chi ha perso in Sardegna: tracollo della Lega, c’è il sorpasso azzurro

Pd e FdI appaiati. Ma le Europee sono un’altra storia

Roma, 28 febbraio 2024 – Ogni elezione presenta il conto con vincitori e vinti. Nel caso di un’elezione regionale, ancor più se tenutasi in una regione insulare a statuto speciale come la Sardegna, è difficile generalizzare, poiché il voto degli elettori si disperde non solo tra i partiti nazionali, ma anche tra moltissime sigle locali e risente della personalità dei candidati presidente. Premesso questo, è possibile vedere lo stato di salute delle coalizioni e dei partiti.

Elezioni in Sardegna, la mappa del voto
Elezioni in Sardegna, la mappa del voto

Il centrodestra ha perso, e l’alleanza si è impegnata molto per perdere tra liti, candidato presidente scelto all’ultimo minuto e nazionalizzazione del voto sardo, ma nonostante la sconfitta delle sue liste è superiore al 48%. Questo è un segno che in termini generali lo stato di salute del consenso a destra non è cattivo. Dentro la coalizione però c’è una consistente redistribuzione dei voti. Fratelli d’Italia è come da previsione il primo partito della destra, anche se forse ci si aspettava qualcosa di più del 13%, considerando che il partito vale più del doppio nei sondaggi nazionali ed esprimeva il candidato presidente. Ottimo è il risultato invece di Forza Italia, che pur perdendo può sorridere, con un dato in linea a quella nazionale e superiore a quello della Lega.

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Chi si aspettava un collasso del partito dopo la morte di Berlusconi è, almeno per ora, costretto a ricredersi. Chi esce peggio da questa sconfitta è senza dubbio la Lega, finita addirittura sotto il 4%. Il partito di Salvini è quello che ha pagato più di tutti l’insoddisfazione verso l’esperienza di governo di Christian Solinas, leader del Partito d’Azione Sardo e candidato in quota Lega come presidente nelle regionali del 2019, e forse nel Carroccio è il tempo di interrogarsi sulla linea del partito e sul suo futuro sia in termini di leadership nazionale che di orizzonte territoriale.

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Il centrosinistra, invece, ha portato a casa la prima vittoria alle regionali dopo lungo tempo. È arrivata con una formula inusuale, una candidata del Movimento 5 Stelle e non del Pd. Il Movimento è sempre stato molto forte sull’isola, a lungo primo partito alle elezioni politiche. Questo ha fatto convergere tutti su Alessandra Todde. Tuttavia, le urne hanno restituito linfa al Pd, che è tornato a essere il primo partito in assoluto, superando pur di poco Fratelli d’Italia. Il Movimento 5 Stelle, al contrario, ha raccolto poco più del 7% che, rispetto ai risultati delle politiche dell’ultimo decennio, è un magro bottino. Tuttavia, Giuseppe Conte può rivendicare di aver proposto una candidata forte che è stata in grado di rompere il monopolio di vittorie del centrodestra. Ciò non toglie che il Movimento 5 Stelle sui territori resti debole e questo può creare qualche problema di mobilitazione degli elettori alle prossime Europee. Buono è il risultato dell’Alleanza verdi sinistra che supera il 4% e dimostra che può esistere vita alla sinistra del Pd. C’è infine l’esperimento di Soru che ottiene circa l’8,5%, un risultato buono per i centristi, se si guarda alla situazione nazionale. Tuttavia, Soru è un unicum, difficile da ripetere altrove o in altre competizioni, e dunque alle Europee Italia Viva, Azione e Più Europa dovranno lottare per superare la soglia di sbarramento del 4%.

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