Lunedì 29 Aprile 2024

Elezioni suppletive a Monza, Cateno De Luca da Taormina alla Brianza: "Serve una marcia in più. Eccomi: ci penso io"

Il vulcanico leader di Sud chiama Nord è l’outsider dalla competizione: "Non c’è una pubblica amministrazione all’altezza dell’imprenditoria. Qui il verbo principale è lavorare: io sono un brianzolo meridionale"

Cateno De Luca, 51 anni

Cateno De Luca, 51 anni

Monza, 19 ottobre 2023 – Dalla Sicilia alla Brianza "per sdoganare un modello di buona amministrazione che ha già dato i suoi frutti in cinque diversi Comuni della mia Regione". Cateno De Luca, il vulcanico sindaco di Taormina e parlamentare siciliano leader del movimento “Sud chiama Nord“ (ribattezzato in ottica nazionale “Sud con Nord“), è l’outsider che domenica e lunedì potrebbe sparigliare le carte alle elezioni suppletive per il seggio del Senato rimasto vuoto con la morte di Silvio Berlusconi. Lui non è uomo abituato a fare le cose a metà: quest’estate ha portato il suo quartier generale in un hotel di Monza, per girare la Brianza in lungo e in largo con lo slogan “Aggiusto i disastri degli altri”.

Perché da Taormina a Monza?

"Perché anche la Brianza ha bisogno di una marcia in più e io sono un manager della pubblica amministrazione. E poi c’è un legame sentimentale: mio padre venne a Monza nel ’58 a cercare lavoro, passò tre anni in una baracca di 20 metri quadrati nel quartiere di San Rocco e grazie al lavoro ha potuto acquistare la casa a Fiumedinisi dove sono nato. Domani chiuderò la mia campagna elettorale proprio a San Rocco, dove tutto è iniziato".

Come pensa di applicare la formula vincente in Sicilia alla Brianza, considerata locomotiva d’Europa?

"Ho girato 30 Comuni e non ho visto una pubblica amministrazione all’altezza del sistema imprenditoriale. Qui si gioca sul fronte dell’innnovazione: se vuoi fare una Ztl devi proporre uno scambio di servizi, o hai tutti contro: con i proventi finanzi i poliziotti di quartiere, o rendo intelligente la zona".

Cosa ha imparato in questa campagna elettorale?

"Ho imparato che qui il verbo principale è lavorare. E io sono un brianzolo meridionale. Non è facile partire da un paese di mille abitanti come Fiumedinisi e arrivare a gestire cinque comuni diversi, tra cui Messina, risanandoli e riparando disastri degli altri. A 14 anni attaccavo i manifesti per la Dc, sono di scuola sturziana. Il verbo lavorare per me è la stella cometa. E oggi, dopo due arresti e 18 processi da cui sono sempre stato assolto, sono la testimonianza del fatto che sono scomodo in Sicilia. Sono civico, l’anno scorso sono arrivato secondo alla presidenza della Regione Sicilia perché mi sono rifiutato di incontrare Berlusconi, perché sono alternativo al sistema dei partiti".

Cosa serve oggi alla Brianza?

"Servono rappresentanti politici che diano soluzioni alla velocità reale. A luglio c’è stato un disastroso nubifragio e tante scuole ed edifici pubblici sono ancora da sistemare: bastava un’ordinanza per farlo. Non solo. Ho parlato con un imprenditore che deve trasferirsi perché non gli fanno il sottopasso sotto la ferrovia e i tir non passano. Un altro andrà all’estero perché non lo fanno lavorare di notte per via del rumore".

Ma i problemi ambientali? La Brianza è la provincia più cementificata del Paese.

"Cemento? Qui è stata fatta una scelta che è stata la fortuna del sistema Italia. Negli anni Cinquanta la manodopera del Sud si è sposata con le esigenze produttive in quella che è diventata una delle zone più inquinate ma anche più ricche d’Europa. Sono scelte strategiche. E dove sta scritto che se inquino in Cina il veleno non arriva qui?".

Il cantiere di Pedemontana divide la Brianza. Che cosa ne pensa?

"La gente passa ore in coda. Penso che la qualità della vita giustifichi la creazione di un’opera importante. Pedemontana è utile e va completata. Non ci si può alzare oggi e cambiare una scelta libera, una vocazione produttiva che ha dato a tutti i natali. E i Soloni dell’ambiente non mi hanno ancora spiegato come portare il mare in Brianza come alternativa".

Se fosse eletto, farebbe la spola tra Monza e la Sicilia?

"Non sono politicamene disoccupato e non cerco un posto. Sono deputato a Palermo e se fossi eletto scatterebbe l’incompatibilità. Continuerei a fare il sindaco di Taormina, ma passerei i miei weekend in Brianza".

La priorità?

"Realizzare i villaggi della speranza per ospitare i migranti da formare e inserire al lavoro, per i quali le aziende sarebbero esentate dal versamento dei contributi. Qui manca la manodopera e in questo modo la Brianza manterrebbe la sua competitività".