Mercoledì 24 Aprile 2024

"Opere utili e una città entusiasta". Christillin: così funzionò Torino 2006

L'organizzatrice: le Olimpiadi moltiplicano il business del turismo

Evelina Christillin  (Ansa)

Evelina Christillin (Ansa)

OLIMPIADI sì, Olimpiadi no. Chi meglio di chi le ha già organizzate può dare un consiglio a Roma sull’obiettivo 2024? Evelina Christillin, la mente di Torino 2006, non ha dubbi: «Questo è il momento giusto per la Capitale di provarci. Anche se le cose sono molto cambiate rispetto alla nostra candidatura, avvenuta ormai nel millennio scorso...». Per esempio la crisi economica, che nel 1998, quando Torino si candidò, era ancora lontana.

MA QUALCOSA resta uguale e anzi è migliorata, nota la manager: «Il Cio si è reso conto che è meglio sfruttare quello che c’è già anziché spingersi in costruzioni elefantiache che rischierebbero di soffocare la città che le ospita, come è successo in passato». Fu quello uno dei segreti di Torino: «Noi per primi abbiamo istituito da subito, nel Toroc (Torino Organising Committee), una direzione per l’ambiente, che dialogasse con associazioni e popolazione – illustra Christillin, ora presidente di Enit –. E abbiamo pensato a come riutilizzare o compensare tutte le nuove costruzioni olimpiche anche dopo i 15 giorni di Giochi». E l’idea ha funzionato, dato che se anche qualche struttura nata appositamente non è riuscita a reinventarsi (si pensi alla pista da bob: si spesero 140 milioni e ora è abbandonata dati i costi di gestione insostenibili), molte, tra cui tutte quelle in città, l’hanno fatto. E anche se quei Giochi erano invernali, mentre quelli romani sarebbero estivi, il succo non cambia: «Eravamo una città ‘depressa’, rinata grazie alle Olimpiadi: i cittadini lo possono confermare, sarebbero pronti a riaccoglierle domani. Il turismo è aumentato di sei volte, da allora a oggi. E fondamentali sono stati gli interventi nati a margine dei Giochi, che hanno migliorato, per esempio, tutto il tessuto connettivo regionale. Vantaggi di cui la città gode tuttora».

IL BUDGET raggiunse quota 4 miliardi e mezzo. «E Toroc chiuse in pari, mentre l’Agenzia pubblica Torino 2006 ne ricavò addirittura un utile di 30 milioni», elenca con orgoglio Christillin. E Roma? «È nella situazione di crisi in cui versavamo noi: questa può essere la sua occasione per rilanciarsi, superare gli ostacoli – riflette l’ex organizzatrice –. Ho letto il suo dossier di candidatura, le premesse sono ottime. Poi certo, perché siano un affare le Olimpiadi bisogna saperle ‘vendere’. Ma vorrei ricordare una cosa: la nostra amministrazione, nel ’98, era spaccata a metà, ma unitissima sul tema Giochi: fu la chiave per il successo».