Giovedì 10 Ottobre 2024
PATRIZIA TOSSI
Napoli

Un cantiere romano riemerge dal passato di Pompei. L’eruzione del Vesuvio travolse gli operai al lavoro

Strumenti di lavoro e calcoli sui costi scoperti durante gli scavi nelle domus del Regio IX. Gli operai stavano lavorando quando la lava del Vesuvio lì colpì nel 79 d.C. Erano in corso lavori di ristrutturazione dopo il terremoto di 17 anni prima

Pompei (Napoli), 25 marzo 2024 – I segreti dell’edilizia antica riemergono dagli scavi di Pompei. Ci sono le tracce di un cantiere in piena attività – letteralmente ‘congelato’ dall’eruzione del Vesuvio del 79 d.C. – nel settore Regio IX del Parco Archeologico, dove i ricercatori hanno scoperto importanti testimonianze di epoca romana. Strumenti di lavoro, tegole, mattoni di tufo accatastati e cumuli di calce. 

"Pompei è uno scrigno di tesori e non tutto si è svelato nella sua piena bellezza. Tanto materiale deve ancora poter emergere. Nell'ultima Legge di Bilancio abbiamo finanziato nuovi scavi in tutta l'Italia e una parte importante di questo stanziamento è destinata proprio a Pompei”, spiega il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano.

"Gli scavi in corso a Pompei offrono la possibilità di osservare quasi in diretta come funzionava un cantiere antico e l'uso dell'opera cementizia. Senza il cementizio non avremmo né il Colosseo, né il Pantheon, né le Terme di Caracalla”, aggiunge il direttore del Parco Archeologico, Gabriel Zuchtriegel.

I reperti degli scavi archeologici al Regio IX di Pompei
I reperti degli scavi archeologici al Regio IX di Pompei

Scoperte importanti: ecco perché

“I dati che emergono sembrano puntare sull'utilizzo della calce viva nella fase di costruzione dei muri – spiega il direttore di Pompei, Gabriel Zuchtriegel – una prassi già ipotizzata in passato e atta ad accelerare notevolmente i tempi di una nuova costruzione, ma anche di una ristrutturazione di edifici danneggiati, per esempio da un terremoto. Questa sembra essere stata una situazione molto diffusa a Pompei, dove erano in corso lavori un po' ovunque, per cui è probabile che dopo il grande terremoto del 62 d.C., diciassette anni prima dell'eruzione, ci fossero state altre scosse sismiche che colpirono la città prima del cataclisma del 79 d.C”.

“Ora facciamo rete tra enti di ricerca per studiare il saper fare costruttivo degli antichi romani: forse possiamo imparare da loro, pensiamo alla sostenibilità e al riuso dei materiali", ha concluso Zuchtriegel. Nell'analisi dei materiali e delle tecniche costruttive, il Parco Archeologico di Pompei si è avvalso del supporto di un gruppo di esperti del Massachusetts Institute of Technology di Boston (Usa).

Alcune scoperte dagli ultimi scavi di Pompei
Alcune scoperte dagli ultimi scavi di Pompei

Cosa emerge dagli scavi

La campagna di scavi all’insula 10 sta attestando la presenza di un cantiere antico che interessava tutto l'isolato della città romana. Secondo gli studiosi, gli operai stavano lavorando quando la lava ha colpito Pompei: l’eruzione iniziò intorno all'ora di pranzo e durò fino alla mattina del giorno successivo. Al lavoro anche gli esperti del Massachusetts Institute of Technology di Boston (Usa).

Particolarmente numerose sono le evidenze dei lavori in corso nella casa con il panificio di Rustio Vero, dove è stata già documentata negli scorsi mesi l’affresco di una natura morta con la raffigurazione di una focaccia e un calice di vino. L'atrio era parzialmente scoperto: a terra si trovavano accatastati materiali per la ristrutturazione, così come su un'anta del tablino (ambiente di ricevimento), decorato in IV stile pompeiano con un quadro mitologico in cui sono raffigurati Achille a Sciro.

Nelle tracce emerse dal terreno, si leggono ancora oggi quelli che probabilmente erano i conteggi del cantiere, ovvero numeri romani scritti a carboncino, facilmente cancellabili a differenza dei graffiti incisi nell'intonaco.

Un affresco recuperato al Regio IX di Pompei
Un affresco recuperato al Regio IX di Pompei

Le domus: tracce preziose

Tracce delle attività in corso si trovano anche nell'ambiente che ospitava il larario (la stanza riservata al culto dei Lari) dove sono state trovate anfore riutilizzate per 'spegnere' la calce impiegata nella stesura degli intonaci. In diversi ambienti della casa, sono stati scoperti strumenti di cantiere, dal peso di piombo per tirare su un muro perfettamente verticale – da qui il termine 'a piombo' per indicare la precisione – alle zappe di ferro usate per la preparazione della malta e per la lavorazione della calce.

Anche nella casa vicina, raggiungibile da una porta interna, e in una grande dimora alle spalle delle due abitazioni, per ora solo parzialmente indagata, sono state riscontrate numerose testimonianze di un grande cantiere, attestato anche dagli enormi cumuli di pietre da impiegare nella ricostruzione dei muri e dalle anfore, ceramiche e tegole raccolte per essere trasformate in cocciopesto.