Omicidio Ugo Russo, al via il processo: ammesse parti civili, rinviata udienza preliminare

Striscioni dei comitati davanti al tribunale. Imputato il militare accusato di omicidio volontario aggravato per aver sparato contro il 15enne in un tentativo di rapina. Il murale da rimuovere ai quartieri spagnoli

Lo striscione davanti al tribunale di Napoli, dove ha preso il via il processo

Lo striscione davanti al tribunale di Napoli, dove ha preso il via il processo

Napoli, 8 febbraio 2023 - È stata rinviata al 9 marzo l'udienza preliminare sull'omicidio del quattordicenne Ugo Russo, il giovane ucciso a Napoli da un carabiniere, la notte tra il 29 febbraio del 2020, mentre, armato di una replica di una pistola, tentava di rapinare, con un complice, l'orologio Rolex del militare. 

La decisione è stata adottata dal gup Tommaso Perrella dopo avere ammesso le parti civili, i genitori e il fratello della giovanissima vittima. Il giudice, anche sulla base di alcune perizie balistiche e mediche presentate dagli avvocati del carabiniere (Floccher, Guida e Capone), ha deciso di ascoltare il perito balistico che ha redatto la relazione dell'incidente probatorio. 

Il professionista sarà ascoltato in video conferenza e non è escluso che possano essere chiesti ulteriori accertamenti ad integrazione. Presente nell'aula 213 del Nuovo Palazzo di Giustizia di Napoli la famiglia di Ugo, difesa da un collegio composto dagli avvocati Di Donato, Fusco e Mormile. 

I familiari: "Verità e Giustizia per Ugo Russo"

Recita "Verità e Giustizia per Ugo Russo"  lo stricione portato questa mattina dai familiari di Ugo Russo in occasione dell'udienza preliminare che vede imputato il carabiniere accusato di omicidio volontario aggravato per aver esploso, quella notte tra il 29 febbraio e primo marzo 2020, quattro colpi contro il 15enne che stava tentando di rapinarlo. 

Il murale ai quartieri spagnoli

I familiari e gli amici di Ugo Russo, nei quartieri spagnoli della città, hanno fatto realizzare un murale che raffigura la giovanissima vittima che su decisione del Consiglio di Stato, dovrà essere rimosso. Riguardo la rimozione, il padre di Ugo, Vincenzo Russo, ha fatto sapere stamattina che a riguardo la famiglia non ha ancora preso una decisione. "Se il carabiniere verrà condannato - ha detto il padre della giovane vittima - non sarà una nostra vittoria, ma una vittoria della Giustizia". 

Il papà di Ugo: "Qualcuno ha voluto che mio figlio morisse"

"Qualcuno ha voluto che Ugo morisse quella sera, perché è stato inseguito e ammazzato. Il carabiniere? Non sta a me giudicare, rispetteremo le sentenze" Lo ha detto, il padre di Ugo Russo, rispondendo alle domande dei giornalisti stamattina, all'esterno del Tribunale di Napoli

Sulla rimozione del murale disposta dal Consiglio di Stato, Vincenzo Russo ha ribadito che le sentenze vanno rispettate: "Rispetteremo anche questa - ha detto - anche se per noi è un'ingiustizia. Ma non ci staremo zitti quando verranno a coprirlo". A chi gli ha chiesto quale fosse lo stato d'animo di tutta la famiglia, il padre di Ugo ha risposto che loro hanno già perso "dal primo giorno".

"Il nostro stato d'animo? - ha ribadito Vincenzo Russo - Sono tre anni che dormiamo poco la notte, che si piange, che ci attaccano, e non so perché. Mio figlio stava sbagliando, quella sera, l'abbiamo sempre ammesso, però avete letto gli atti della Procura e gli atti parlano. Hanno lavorato tanto, e questo ci fa piacere, noi abbiamo fiducia nella magistratura. La mia verità? Stava scappando, sarebbe stato arrestato, sarebbe finito in un carcere minorile e avrebbe pagato per quello che stava facendo. Magari oggi mio figlio stava in carcere e avremmo potuto aprire gli occhi sulla strada che stava intraprendendo".