Lunedì 2 Dicembre 2024
REDAZIONE NAPOLI

Suicida a Gragnano, fissati i funerali di Alessandro: comunità in lutto

Le esequie al Chiostro di Sant’Agostino. I familiari e la città sono ancora sotto choc per la tragica morte del 13enne, che si è lanciato dal quarto piano della sua abitazione

Il palazzo di Gragnano da dove si sarebbe buttato il tredicenne (Ansa)

Il palazzo di Gragnano da dove si sarebbe buttato il tredicenne (Ansa)

Napoli, 6 settembre 2022 - Si è svolta all'obitorio di Castellammare di Stabia l'autopsia sul corpo di Alessandro, il ragazzo di 13 anni morto la settimana scorsa dopo essere precipitato da un balcone dell'abitazione dove viveva insieme ai genitori a Gragnano. A darne notizia è l'avvocato Giulio Pepe, legale che difende il padre e la madre del ragazzo che, secondo le indagini, potrebbe essere stato oggetto di minacce e vessazioni ritrovate in alcune chat recuperate nel telefono in uso al ragazzo.

Secondo quanto si apprende, all'esame irripetibile, oltre ai consulenti della famiglia del ragazzo, sarebbe presente un altro avvocato in rappresentanza di alcuni dei sei giovani - quattro minori e due maggiorenni, tra cui anche due ragazzine – coinvolti nelle indagini. I funerali del giovane si terranno domani alle ore 11, nel chiostro di Sant'Agostino a Gragnano.

Aggiornamento: Tredicenne suicida, i funerali di Alessandro a Gragnano

Sommario:

Lo striscione per Alessandro davanti al palazzo della tragedia
Lo striscione per Alessandro davanti al palazzo della tragedia

Le indagini: cosa sta emergendo?

Ci sono anche due ragazze tra i sei indagati per il suicidio di Alessandro, il tredicenne di Gragnano (Napoli) morto giovedì scorso dopo essere caduto dal balcone della sua abitazione. Si tratta di quattro minorenni e due maggiorenni (un ragazzo e una ragazza), accusati di istigazione al suicidio. 

Secondo un'ipotesi investigativa, potrebbe essere stata la reazione dell'ex fidanzatina quattordicenne (lasciata per un'altra) ad aver scatenato la spirale di insulti e minacce che avrebbero poi portato l'adolescente al tragico gesto. Subito dopo la morte, si era pensato a un incidente domestico: Alessandro si sarebbe sporto troppo da un balcone per tentare di aggiustare il cavo dell'antenna tv. Poi, però, il sequestro del suo cellulare ha svelato messaggi di odio come "Ucciditi" e "Buttati giù". Così adesso l'ipotesi più accreditata per la procura di Torre Annunziata e dei Minori è che, vessato psicologicamente, il tredicenne si sia gettato nel vuoto.

La comunità di Gragnano è sotto choc. Le insegnanti descrivono Alessandro come un ragazzo modello e anche l'avvocato della famiglia, Giulio Pepe, ha dichiarato che a casa non dimostrava segni di malessere. E, in effetti, il padre e la madre non sembrano volersi rassegnare all'ipotesi del suicidio. "Come è stato più volte ripetuto e scritto in questi giorni, era un ragazzo solare, che andava bene a scuola e aveva tanti amici - ha detto ieri il legale -. Adesso i suoi genitori attendono solo il ritorno a casa della salma, per potere riabbracciare il figlio un'ultima volta prima di procedere a una giusta sepoltura".

Il vescovo: "Nessuno può lavarsi le mani"

Servono figure professionali capaci di mediare e accompagnare. È il messaggio lanciato dal vescovo di Sorrento-Castellammare, monsignor Francesco Alfano, a commento della tragica morte di Alessandro, che parla di “una tragedia che continua a lasciarci senza parole: siamo tutti sconvolti, emotivamente e moralmente”. Una fine difficile da accettare. “La morte di un ragazzo – dice il vescovo – che si stava appena affacciando alla vita, è sempre innaturale, crudele e insensata. Quando ad essa sono legati moventi dettati dalla violenza verbale e psicologica da parte di altri adolescenti e giovanissimi, gli stessi che dovrebbero condividere la bellezza della stagione dei sogni, ci rendiamo conto che l'allarme è suonato e non possiamo far finta di nulla”.

Nessuno può lavarsi le mani. Rivolgo un appello, con tutto l'amore che ho, alla comunità e alle istituzioni. La scuola, la politica, la Chiesa. Uniamoci, prima che sia troppo tardi”. Il vescovo è convinto che sia necessaria “un'educazione sentimentale che offra ai giovani nuovi modelli e percorsi formativi capaci di sradicare pregiudizi e stereotipi di genere Nei luoghi di incontro e di aggregazione, siano dunque previste figure professionali specializzate nella relazione con l'altro, capaci di mediare, accompagnare ed intuire”, conclude.

Frase choc: provvedimento disciplinare per Briguglio

Continua a fare discutere la frase choc scritta sui social da un carabiniere che, commentando la morte del 13enne, ha usato termini durissimi: “Se allevi conigli non avrai leoni”. L’Arma dei Carabinieri ha avviato un procedimento disciplinare nei confronti di Antonino Briguglio, l'istruttore della Scuola Ufficiali Carabinieri autore della frase rivolta alla famiglia del ragazzino di Gragnano.

“Bene il provvedimento disciplinare per chi si è espresso in questi termini nei confronti dei genitori di un povero ragazzo vittima di bullismo che oggi non c'è più”. A commentare la decisione dell’Arma è Antonio Serpi, segretario generale del sindacato Sim Carabinieri. “Questa frase è un atto di bullismo gravissimo– spiega Serpi – che non può stare in bocca di chi indossa la divisa dell'Arma. Se sei un servitore dello Stato e se servi la giustizia, non puoi giudicare e condannare”.

Il sindacato dei carabinieri esprime “vicinanza alla famiglia della vittima per la grave tragedia che li ha colpiti e le offese ingiustificate che mai sarebbero dovute arrivare da chi invece lavora per la nostra protezione e sicurezza”, sottolinea Serpi. “Ci aspettiamo una sanzione severa ed esemplare per l'accaduto, con l'auspicio che episodi simili mai più si ripetono nell'Arma”. Ma non solo. “Intendo comunque stigmatizzare – conclude Serpi – l'attività denigratoria di certi ‘leoni da tastiera’ che non hanno perso l'occasione di cavalcare le gravi affermazioni, rese a titolo personale da un cittadino seppur Ufficiale dell'Arma, cercando in maniera distorta di attribuirle a una sana istituzione, quale quella dell'Arma dei Carabinieri, sempre attenta al ruolo sociale svolto dai suoi militari”.