Giovedì 18 Aprile 2024

Camorra, infiltrazioni a Melito di Napoli: arrestato sindaco Luciano Mottola

La coalizione di destra , secondo la Dia, si era 'alleata' col clan Amato Pagano, tra soldi, posti di lavoro, intimidazioni: 16 le persone in carcere, 2 ai domiciliari. Una candidata sarebbe stata costretta a chiudere l’attività. Presunta compravendita di voti anche per le elezioni della Città Metropolitana

Mafia e scambio voti, in carcere il sindaco di Melito di Napoli

Mafia e scambio voti, in carcere il sindaco di Melito di Napoli

Napoli, 18 aprile 2023 - Terremoto politico-giudiziario a Melito di Napoli, 35mila abitanti circa, confinante con l'area nord del capoluogo: questa mattina il sindaco Luciano Mottola ed altri esponenti del consiglio comunali sono stati arrestati in merito ad un'indagine che vede l'infiltrazione della camorra volta ad alterare l'esito del voto amministrativo.

Luciano Mottola, già sindaco facente funzioni

L'ordinanza emessa dal gip del Tribunale di Napoli su richiesta della Dda, la Direzione distrettuale antimafia partenopea, nell'ambito di un'inchiesta su presunti casi di scambio elettorale politico mafioso, ha disposto la custodia cautelare in carcere per il sindaco Luciano Mottola, 38 anni, eletto nel 2021 con il sostegno di una coalizione formata da Fratelli d'Italia e altre 9 liste civiche (Melito Più; Fratelli D'Italia; #difendiamomelito#conte; Mottola Sindaco Prima Melito; Terra E Vita; I Riformisti; Spazio Ai Giovani; Melito In Movimento; Cambiamo Insieme Melito; Melito Nel Cuore).

Mottola, che al ballottaggio ha battuto per appena 387 voti la candidata di Pd, M5S e Freemelito Dominique Pellecchia, precedentemente aveva già ricoperto la carica di sindaco facente funzioni dopo la morte per Covid del primo cittadino Antonio Amente, deceduto a novembre 2020.

'Melito più' la lista più votata

Finisce in carcere anche Rocco Marrone, 37enne presidente del Consiglio comunale, eletto con la lista "Melito più", la più votata tra quelle a sostegno della candidatura a sindaco di Mottola alle amministrative del 2021. L'ordinanza dispone inoltre la custodia cautelare in carcere anche per Antonio Cuozzo, 25 anni, consigliere comunale di Fratelli d'Italia, e gli arresti domiciliari per Massimiliano Grande, 50 anni, consigliere comunale di opposizione e capogruppo di "Davvero Ecologia e diritti".

In carcere il padre della deputata Michela Rostan

Tra i 16 indagati per i quali è stata disposta la custodia cautelare in carcere figura inoltre Emilio Rostan, 76 anni, padre di Michela Rostan, deputata per due legislature tra il 2013 e il 2022, eletta la prima volta nel Pd e poi passata in Articolo 1-Mdp, rieletta nel 2018 con Leu per poi passare prima in Italia Viva, poi in Forza Italia.

"Accordo col clan Amato Pagano già al primo turno”

Nel corso dell'indagine sarebbero emersi gravi indizi sull'esistenza di un accordo già per il primo turno di votazioni, svoltosi il 3 e 4 ottobre 2021, tra esponenti del clan Amato Pagano ed alcuni rappresentanti della coalizione a sostegno del candidato sindaco Nunzio Marrone (non indagato) che avrebbero accettato la promessa, da parte dei referenti dell'organizzazione criminale, di procurare alla coalizione ed allo stesso candidato sindaco i voti degli appartenenti al clan, dei soggetti ad esso legati e dei residenti del rione popolare che sarebbero stati destinatari di pressioni ed intimidazioni, in cambio dell'erogazione di somme di danaro e di altre utilità nonché della disponibilità a soddisfare gli interessi o le esigenze dell'associazione camorristica, avvalendosi della forza di intimidazione del vincolo associativo e della conseguente condizione di assoggettamento omertoso derivante dall'organizzazione camorristica, anche attraverso l'individuazione di candidati alla carica di consigliere comunale di riferimento del clan.

Una candidata “costretta a chiudere il negozio”

In questa fase sarebbe stato persino impedito l'esercizio dei diritti politici di una candidata al consiglio comunale costretta, con gravi minacce, quali l'allontanamento dall'abitazione o la chiusura dell'esercizio commerciale, a svolgere campagna elettorale non per sé ma per un candidato dell'opposta coalizione gradito al clan.

Presunti soldi, posti di lavoro, intimidazioni al ballottaggio

In seguito, per il ballottaggio, esponenti della coalizione a sostegno di Mottola, uscito poi vincente dalle elezioni, avrebbero accettato la promessa, da parte del referente del clan Amato Pagano (successivamente deceduto il 23 gennaio scorso in seguito ad un agguato), di procurare, avvalendosi della forza di intimidazione del vincolo associativo, i voti degli appartenenti al clan, dei soggetti ad essi legati e dei residenti del rione popolare destinatari di pressioni ed intimidazioni, in cambio dell'erogazione a ciascuno di loro di somme di danaro ed altre utilità tra le quali la collocazione o la promessa di posti di lavoro.

Città Metropolitana: “compravendita di voti”

Nel corso delle indagini sarebbero anche emersi episodi di compravendita di voti di consiglieri comunali in occasione delle elezioni (di secondo livello) per gli organi della Città metropolitana svoltesi il 13 marzo 2022. Individuati inoltre gravi indizi su alcuni episodi estorsivi posti in essere dagli affiliati al clan.  

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