Sabato 18 Maggio 2024
EVA DESIDERIO
Moda

Pitti Uomo, patto fra moda e cultura. Il ministro: apriamo i luoghi d’arte

Franceschini annuncia la svolta e promette fondi

Il ministro Dario Franceschini a Pitti Uomo (LaPresse)

Il ministro Dario Franceschini a Pitti Uomo (LaPresse)

FIRENZE, 13 gennaio 2016 -  LA MODA ha avuto ieri la sua più grande e ufficiale consacrazione: è Cultura, espressione del contemporaneo e dell’eccellenza manifatturiera. L’imprimatur arriva dal ministro ai Beni culturali e al turismo Dario Franceschini all’inaugurazione dell’89esima edizione di Pitti Uomo. Una presa di posizione alta e decisa che spazza via anni e anni di musi lunghi e “snobberie”, di vade retro Satana Fashion nei luoghi dell’arte.

«Oggi sigliamo un patto tra moda e cultura» ha detto Franceschini a una platea rappresentativa di imprenditori, proprio a Firenze dove la moda italiana è nata sotto il segno della Sala Bianca. Quello del ministro è un decisionismo appassionato. Con la lode agli imprenditori della moda per aver risposto in molti alle richieste di interventi nel campo dell’arte e della conservazione dei monumenti «anche grazie all’Art Bonus con l’incentivo fiscale più forte d’Europa», pari al 65%.

«CERTO è strano che io sia il primo ministro della Cultura che inaugura Pitti – nota il ministro – e invece dobbiamo occuparci di moda e di quanto attiene alla cultura della moda. Bisogna siglare un patto tra le eccellenze del lifestyle italiano, bisogna insegnare ai giovani la bellezza del paesaggio e dei valori manifatturieri. Abbiamo tutelato molto bene il territorio – continua il ministro – ma ci siamo impegnati meno nella valorizzazione del nostro patrimonio. Ecco adesso siamo a una svolta anche perché i finaziamenti ci sono, il mio ministero ha due milioni di euro in bilancio».

Insomma, un abito di uno stilista o una buona bottiglia di vino hanno dentro il Dna dell’italianità e possono anche loro attrarre turisti e investitori. «Renzi ha detto in modo intelligente: a un euro investito in sicurezza deve corrispondere un euro investito in cultura. Ecco, qui da Pitti Uomo io dico che dobbiamo puntare sulla bellezza e aprire i nostri luoghi d’arte alla moda. Pitti Immagine – aggiunge Franceschini – ha siglato un’intesa per una convenzione tra la Direzione delle Gallerie degli Uffizi e la Fondazione Discovery per un programma triennale di mostre di moda contemporanea da tenersi a Firenze. E ancora: si cambierà il nome della Galleria del Costume di Palazzo Pitti in Galleria del Costume e della Moda».

IL DADO è tratto, nulla sarà più come prima, sull’esempio di quanto si fa già a Parigi, Londra, New York coi musei centri propulsori della cultura del fashion. E Firenze avrà riconfermato il ruolo centrale di motore di questo bellissimo processo di modernizzazione culturale che guarda al futuro. Un compito che le compete come città dove è nata la moda italiana.

Sul programma triennale delle mostre non si sa ancora nulla e il direttore delle Gallerie degli Uffizi, Eike Schmidt, mette subito le mani avanti, per schivare qualche prevedibile stupidità di puristi, per dire che «non si parla di sfilate nei musei». Tutto si saprà tra sei settimane quando la convenzione sarà operativa e i progetti svelati.

INTANTO in Fortezza sciama il Pitti People che sfoggia cappelli colorati, tabarri d’antan, sciarponi fantasiosi e pettinature che si fanno notare. È la vanità che si consuma in un battito di ciglia, come invita a pensare l’installazione di Oliviero Baldini sul piazzale della Fortezza. Sede magnifica e anch’essa monumentale che il sindaco Dario Nardella promette che verrà messa a norma da subito.

Tra le sue meraviglie anche l’Opificio delle Pietre Dure, dove si restaurano i più bei capolavori, che ieri hanno fatto curiosamente da sfondo alla presentazione della linea di abbigliamento Doppiaa di Alain Fracassi e Albert Carreras: a battezzare l’idea il tenorissimo papà José Carreras.

Il Volo, invece, ha fatto sfoggio dei giubbotti da moto e da Star Wars di Matchless, marchio della famiglia Malenotti. Cioccolata calda e torta secondo la ricetta parmigiana della Duchessa Maria Luigia da Ernesto, marchio di abbigliamento che combina stile anglosassone e culture etniche e rupestri. L’organzino di seta è l’esclusività delle calze Bresciani che rilancia le tinte unite e in particolare il bianco.