
Krizia (LaPresse)
Milano, 7 dicembre 2015 - Coraggiosa, controcorrente, volitiva, caparbia e dolcissima. Questa era Krizia, la stilista che è scomparsa ieri sera nella sua casa milanese tra le braccia del marito Aldo Pinto. Da alcuni anni Maria Mandelli, il suo vero nome, ma tutti l'abbiamo sempre chiamata Mariuccia era malata. Si è spenta a 90 anni, ne avrebbe compiuti 91 a gennaio, e il vuoto che lascia nella moda è grandissimo. Con lei se ne va una campionessa di stile e anche di vita,una donna che ha affrontato il lavoro sempre a testa alta, una stilista che non si è mai sottratta al confronto intelligente con la contemporaneità. Nel ritratto che le fece Andy Wharol brilla la sua mitica frangetta, sotto la quale negli ultimi anni ha sempre portato dei grintosissimi occhiali neri. Moderna oltre misura e avanti sempre a tanti altri colleghi, non solo nei modelli e nel lancio di nuove linee, prima la maglieria bellissima poi il baby e per prima gli abiti per le curvy ma anche nell'intuizione che oltre alla moda bisognava pensare alla Cultura ed ecco lo Spazio Krizia in via Manin, sede della maison e delle sfilate, aperto a scrittori e intellettuali per dibattiti e presentazioni di libri, oltre al famoso e mondanissimo concerto di Natale.
Nata a Bergamo nel 1925 si diplomò maestra elementare e per due anni insegnò anche per poi prendere la strada del taglio e del cucito in due stanze a Milano prese in affitto con l'amica e socia di allora Flora Dolci. Girava in Lambretta già allora per la città e questo racconta molto del suo piglio dinamico e della sua intraprendenza. Decise di firmarsi Krizia, prendendo spunto dei Dialoghi di Platone e per prima negli anni Ottanta creò il suo profumo K di Krizia a base di rose di Bulgaria, il suo fiore preferito. E' stata una pioniera del Made in Italy, non ci sono dubbi, una donna che ha creato la sua griffe dal nulla basandosi su doti di incredibile coraggio e voglia di fare: nel dopoguerra pieno di positività e di sfide Mariuccia taglia e cuce gonne di tutte le specie e porta in giro per i negozi di Milano e poi di tutta Italia i suoi pezzi unici dentro una valigia. Quella stessa che l'accompagnerà nel 1964 alla Sala Bianca di Palazzo Pitti dove Giambattista Giorgini la fa sfilare in passerella. Ed è subito successo con una collezione mirata, tutta essenziale e in bianco e nero, un prodigio creativo che le è valso subito, lei allora sconosciutissima sartina, il Premio della Critica della moda.
Sempre curiosa del nuovo Krizia negli anni Sessanta conosce a Parigi Walter Albini e lo chiama a lavorare con sé per 3 anni. Poi toccherà a Karl Lagerfeld fare palestra stilistica con lei e in tempi più recenti anche al bravissimo Alber Elbaz. Da un anno l'azienda e il marchio, anche per i problemi di salute della stilista, era stato ceduto al gruppo cinese Shenzhen Marisfrolg Fashion cha ha acquisito anche lo spazio di via Manin dove ha già presentato per due collezioni. Oggi un comunicato della MMK, la società di famiglia che gestisce gli immobili, ha annunciato la morte di Krizia che nel 1971 aveva dato il primo “scandalo” con una collezione da urlo di soli cortissimi e molto sexy shorts. Famosissimi i suoi plissè, gli abiti lunghi d'oro che sembravano arrivati dalla Luna, le creste e i ricami di leoni e pantere sulla maglieria che resta uno dei capisaldi del suo stile.
Donna di sinistra, amica di molti intellettuali come Michelangelo Antonioni, è stata una delle protagoniste della Milano da Bere e dell'era craxiana, sfiorata anche dagli scandali per tangenti ma poi assolta con formula piena. Vicende che l'avevano colpita e indurita ma mai domata nella sua creatività. Amava tanto la natura e per questo col marito aveva costruito un resort di lusso a Barbuda che era un po' il suo buen retiro. Di lei resta la visione futuristica e geniale della moda per donne vere, mai inutilmente e volgarmente seducenti e basta, Maestra di quel pret-à-porter italiano che non ha eguali al mondo, ideatrice di un abbigliamento pratico e funzionale quanto intelligentemente femminile.