Location straordinaria e significativa perché carica di valori quella scelta dalla direttrice creativa di Dior, Maria Grazia Chiuri, il Brooklyn Museum, per presentare la collezione Dior Fall 2024 a New York quasi a voler lanciare un ponte ideale tra Parigi e la Grande Mela. La maison regina del Gruppo LVMH è ritornata in questo centro di cultura famosissimo nel mondo (che ospita le opere di tante artiste donne) dove nel 2021 era stata presentata la grande retrospettiva della moda di Christian Dior e di tutti i creativi che dopo di lui hanno guidato la casa di moda francese.
Dunque uno spazio simbolico dove Maria Grazia Chiuri ha fatto dialogare le opere visive di Suzanne Santoro e il collettivo di Claire Fontaine, svelando una collezione moderna ma ispirata agli anni Trenta e Quaranta e soprattutto a un’icona che fece della moda un veicolo di libertà: Marlene Dietrich, diva tedesca naturalizzata in Usa, che negli anni Trenta scelse Hollywood e girò lì film cult come Marocco, per iniziare a colpire e spesso scandalizzare col suo abbigliamento androgino. E ieri come oggi ecco per Dior pantaloni neri ampi, con qualche piega, vita segnata dalla cintura, camicia bianca over, cravatta rigorosamente nera, scarpe basse come nelle prime uscite in passerella con quasi cento modelle in show e un pugno di celebrities in prima fila ad applaudire la Chiuri.
Marlene Dietrich è stata una cliente affezionata e un po’ anche musa di Monsieur Christian Dior che deve proprio all’America il lancio del brand a livello internazionale proprio in quegli anni Trenta, e ha vestito sempre le sue creazioni con estro e tanto charme. Partita dalla tuba e dalle calze de ’L’Angelo Azzurro’ ecco la diva in cravatta, anche sciolta e disinvolta, la camicia bianca come una bandiera, e quell’aria splendidamente mascolina che l’ha fatta entrare nella storia dell’eleganza con estro e coraggio. Quelli erano anno difficili per le donne e Marlene è stata un esempio di emancipazione.
Un valore a cui tiene molto la direttrice creativa di Dior che per prima ha sdoganato da alcuni anni il femminismo in passerella con messaggi forti, convincenti, raffinati, ma attualissimi. Ora al Brooklyn Museum Chiuri ha voluto le opere visive di Suzanne Santoro e il collettivo di Claire Fontaine, con installazioni al neon che riproducevano il classico segno delle mani femminili unite nel segno della vagina, un messaggio universale che oggi specie per le giovani va ripensato e rilanciato. E la moda, sembra dire al mondo Maria Grazia Chiuri, ha sempre più bisogno di messaggi di libertà e può lanciarne la forza come nessun altro ambito culturale. Perché l’emancipazione passa anche attraverso lo stile.
In passerella gonne a matita ma anche shorts, un trionfo di nero fascinoso dalla sera alla mattina, giacche perfette, silhouette lineari, lo skiline di New York e la Statua della libertà come segno grafico di punta della collezione Dior Fall 2024 e la blusa over che è la bandiera americana a stelle e strisce. Poi le occasioni eleganti, con mises tutte frange a catenella, abiti scivolati come andavano negli anni Trenta modello sottoveste. Insomma un inno all’espressione di sé al femminile che è segnale sommo di libertà senza condizionamenti. Uno stile reinterpretato con dolcezza e una riflessione profonda e con leggiadria sui codici di oggi.