di Eva Desiderio
Il sito della casa di moda Brunello Cucinelli realizzato con l’Intelligenza Artificiale è partito così come annunciato dal fondatore, presidente e direttore creativo durante la consegna della Laurea Honoris in Scienze Umane da parte dell’Università di Perugia a fine maggio a l’imprenditore e filantropo americano Reid Hoffman. Con lui nell’Aula Magna tanti big della Silicon Valley invitati da Cucinelli al ’Simposio Universale dell’Anima e dell’economia di Solomeo’, il borgo sede dell’azienda del re del cashmere.
Brunello, un simposio importante e carico di valori. Lei crede nell’Intelligenza Artificiale?
"Sì, penso sia una grande carta da giocare, per questo mi sono voluto confrontare al Simposio con tanti esperti e vere personalità. E credo che possa essere molto utile anche per la moda, purché usata con sapienza e giudizio. La Lectio di Reid Hoffman mi ha conquistato, mi ha tolto anche un po’ di tensione perché come tutti pensavo: oddio, che succederà? E invece, dopo che ci siamo confrontati al Simposio, penso che troveremo una nuova strada e se non esiste una strada nuova per l’IA la tracceremo".
Ci parla di come stanno andando le cose per la sua azienda in questi primi mesi del 2024?
"Il trend è positivissimo. È interessante il fatto che la clientela vada alla ricerca di cose belle, non da comprare tanto per comprare e poi gettare via. E questo è un grande cambiamento. Vince l’esclusività che si ottiene con la grande artigianalità, col lavoro delle mani. Da noi il 60% dei capi di collezione hanno quasi il 60% dei passaggi di lavorazione a mano".
Come sta cambiando il gusto?
"Si cercano cose fresche, leggere, raffinate, giovani e chic. E l’estate 2025 sarà il banco di prova. Il colore in questa prospettiva è molto importante purché sia estremamente polveroso, pastellato, come il celestino, il cremino, il rosino, insomma una sfumatura continua. E poi non mancano i neutri colorati , beige, grigio chiaro, un po’ di arancio".
La caratteristica maggiore di questa collezione presentata da oggi a Pitti?
"La leggerezza, ormai la tendenza è solo questa per cotoni, lini, lane, cashmere".
Dopo Firenze lei parte subito per la presentazione a Milano. Stavolta non più nel suo showroom…
"Ho deciso di cambiare la modalità di presentazione a Milano andando a Palazzo Serbelloni, in Corso Venezia, una gran bella location".
Perché?
"Perchè mi piace coccolare i miei clienti e la stampa. Si viene a palazzo, si guarda la collezione, ci si saluta, si mangiano insieme due paccheri...mi sembra un segno di rispetto per chi ci segue da sempre. Del resto faccio così anche a Firenze con la mia consueta cena, stavolta alle Serre Torrigiani".
Lei spesso parla di lusso gentile. Ci può spiegare questo concetto?
"Mi piace molto la definizione. L’idea mi è venuta pensando ai greci che nell’800 avanti Cristo vivevano secondo la misura del Creato e dell’uomo. Questa idea della misura mi ha conquistato anche perché noi oggi l’abbiamo un po’ persa, e invece è una delle cose belle della vita".