Martedì 30 Aprile 2024

Fili d'oro e di emozioni

I 40 anni di Linapiù Italia

Alessandro Bastagli (PressPhoto)

Alessandro Bastagli (PressPhoto)

Firenze, 2 luglio 2015 - Si chiama “Oro” il filo che celebra i 40 anni di emozioni nel lavoro di Lineapiù Italia, la grande ricerca di questa azienda leader nel mondo, celebre per le sue continue sperimentazioni. Un sottilissimo tubolare di lana merinos extrafine impreziosito dall’inserimento al suo interno di un filamento d’oro puro a 24 carati. Oro vero, oro puro, per segnare il tempo passato, il presente e il futuro di questa eccellenza tutta italiana. «Abbiamo fatto una collezione strepitosa, forse la nostra più bella», racconta Alessandro Bastagli, Presidente di Lineapiù Italia e amministratore delegato dell’azienda che ha sede a Capalle (Firenze) e che ha tra i suoi clienti il top del pret-à-porter e dell’alta moda internazionale, nello stand di Pitti Filati – e questo filo d’oro insieme ad altri quattro preziosissimi sarà in un cofanetto battezzato Lineapiù Over The Top, fuoricollezione, a testimonianza di questi 40 anni di innovazione e genialità. Tutte ancora assolutamente Made in Italy».

Presidente Bastagli, come è nato Oro?

«E’ il filo dei 40 anni, fuori da ogni logica commerciale. Giuliano Coppini, presidente onorario e fondatore dell’azienda nel 1975, ci ha lavorato tanto con la sua maestria e genialità. Solo lui poteva realizzare un filo tanto speciale e prezioso, insieme ai nostri progettisti. Noi modifichiamo anche le macchine – spiega Bastagli – coniugando sempre creatività e tecnologia».

Qual è il segreto del successo di Lineapiù Italia?

«Aver fatto dell’inventiva il suo motivo di esistere. Nel libro che abbiamo editato per questo traguardo tanto importante e che si intitola “Yarns – Lineapiù Italia, 40 anni di emozioni” in tiratura limitata con immagini di un fotografo d’arte come Massimo Listri, ho scritto della grande bellezza che ha permeato tutta la mia vita professionale, dagli inizi con Walter Albini e Gianni Versace, due grandi uomini di moda, tutta la mia esperienza nella pelletteria di lusso e nello sportswear, fino al 2010 quando ho rilevato il capitale di Lineapiù Italia. In questa operazione ho visto prima che un’opportunità imprenditoriale una responsabilità per fare quanto necessario per preservare un’eccellenza italiana e per continuare a produrre quella bellezza e innovazione che i clienti ci riconoscono. A loro va la mia riconoscenza per aver creduto in noi, anche nei momenti più difficili. E per averci sempre spronato ad osare».

Lei, presidente Bastagli, è l’uomo del rilancio e del riposizionamento internazionale del marchio. Come è andato il 2014?

«Bene, molto bene. Abbiamo chiuso con 1 milione e 70.000 kg di filato prodotti e un fatturato di 42 milioni di euro. Nel 2010 erano 650mila kg e 26,5 milioni di euro. In questo 2015 speriamo di ripetere il risultato del 2014 –continua il Presidente Bastagli – Al Governo chiediamo che ci lasci lavorare e che salvi tante aziende di cui ha bisogno questo settore».

Col suo gruppo, che comprende oltre ai filati anche la A.Moda che produce e distribuisce Everlast, Dimensione Danza e Virtus Palestre, a quante persone dà lavoro?

«In modo diretto a 250 persone, più un importante numero di posti di lavoro in partecipate dirette e indirette per altre 250 unità».

Come vede la moda italiana?

«Credo che sia sempre al top e che possa recitare un ruolo importante a livello internazionale. La nostra italianità ci salverà. Anche se per la parte haute couture c’è ancora il predominio della Francia».

Ieri sera una grande festa per questo quarantesimo nel Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio con in mostra alcuni magnifici abiti di Azzedine Alaia...

«Sì, una location magnifica e di questo ringrazio molto il Sindaco Dario Nardella. E poi è un grande onore avere 11 capi di Alaia arrivati per l’occcasione da Parigi, come pure poter ospitare per alcuni giorni 10 abiti di Giorgio Armani nell’Archivio Storico Lineapiù in azienda, concessi gentilmente dal grande stilista che 40 anni fa tra i primi ha creduto nel nuovo modo di interpretare il filo di Lineapiù, che era nella mente geniale di Giuliano Coppini».