Giovedì 25 Aprile 2024

Una pianista sull’acqua "La musica salva la vita"

Cristiana Pegoraro lancia “Rain“ nella Giornata mondiale delle risorse idriche. Il video girato sulle sponde del lago di Piediluco e alla cascata delle Marmore

di Andrea Spinelli

Si cerca acqua su Marte dimenticando spesso di proteggere quella che abbiamo sulla terra. Ed è col pensiero alla ricchezza idrica del pianeta, minacciata dall’inquinamento e dallo sfruttamento indiscriminato, che la pianista Cristiana Pegoraro ha realizzato un video in visione da domani, Giornata Mondiale dell’Acqua, in cui esegue la sua Rain dinanzi all’abbacinante della Cascata delle Marmore, giusto alle porte di una città di nobili tradizioni pianistiche come la sua Terni.

Cristiana, da cosa nasce Rain?

"Col pensiero a questa giornata speciale voluta dall’Onu nel ’92, ho creato un video per richiamare l’attenzione sul tema dell’acqua, fonte di vita e di sopravvivenza per il genere umano, ma anche per la promozione del territorio, avendolo girato in luoghi a me familiari quali le sponde del Lago di Piediluco e delle Marmore; dal lago, l’acqua s’incanala e va a gettarsi con nella sottostante gola del Nera. Insomma, musica e immagini diventano un’unica cosa dando vita a un messaggio molto potente".

Lucrezio diceva che, cadendo, la goccia scava la pietra non per la sua forza, ma per la sua costanza. Nel suo cammino quanto s’è sentita goccia?

"Molto. Ho un carattere forte e pure in un momento di grande difficoltà come questo ho trovato modo di dare forza alla mia arte. Il video di Rain ne è un esempio".

Che programmi ha?

"Le mie due basi sono l’Italia e gli Stati Uniti, dove suono da 28 anni. In autunno, almeno oltre oceano, l’attività dovrebbe riprendere. E se ripartono grandi istituzioni come il Met o il Lincoln Center riparte la vita culturale di New York e del paese. Io ho una data a novembre alla Carnegie Hall e ne sto pianificando altre proprio in questo momento in alcuni stati del Sud come l’Oklahoma".

Lei è anche direttore artistico del Narnia Festival.

"Sì, lo scorso anno il Covid non ci ha fermati e sono convinta che riusciremo ad andare in scena pure il prossimo luglio. Stiamo pianificando dai 50 ai 55 spettacoli, di generi diversi com’è tradizione della rassegna".

Quali sono i suoi riferimenti?

"Adoro il suono meraviglioso, il modo di condurre le frasi, l’intelligenza musicale di Emil Gilels. I principali riferimenti li ho nella scuola russa perché alla Manhattan School of Music di New York quella che ha avuto maggior impatto sulla mia formazione è stata proprio una grande insegnante ucraina quale Nina Svetlanova. Amo molto, però, il pianismo spumeggiante di Marta Argerich, il timbro di Arturo Benedetti Michelangeli".

Quanto ha contato l’America nella sua crescita?

"A Vienna, a Salisburgo e alla Hochschule der Künste di Berlino sono cresciuta con una formazione estremamente classica. L’impatto con New York ha espanso le mie vedute, portandomi a suonare molta musica cubana, compresa quella di un grandissimo autore come Ernesto Lecuona, ma anche ad approcciare il tango di Piazzolla, che valica i limiti della classica per includere jazz e improvvisazione. Negli ultimi anni mi sono dedicata particolarmente alle trascrizioni per pianoforte di opere liriche, ma anche di altre composizioni come Le quattro stagioni di Vivaldi o le Ouvertures di Rossini. Questo con l’obiettivo di portare in giro per il mondo la cultura italiana".

Dei dischi prodotti finora, quali reinciderebbe fra una ventina d’anni col peso dell’esperienza?

"Probabilmente la mia primissima incisione, focalizzata su brani di Chopin, ma anche le mie trascrizioni di Astor Piazzolla. Vorrei tanto registrare tutte e 32 le Sonate per pianoforte di Beethoven che finora ho eseguito (unica donna italiana - ndr) solo dal vivo".

Tentazioni di interagire con artisti pop ce l’ha mai avuta?

"Finora no, ma sono una musicista in divenire e non mi precludo niente".

Passioni particolari?

"Mi piace il bello, anche se in questo sono classica, per questo dico Cocciante, Mina, Paoli, Concato, De André. Ma anche Sting e, perché no, i Queen".

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