Giovedì 25 Aprile 2024

Tutti nel frullatore salvifico delle serie tv

I film delle feste non esistono più: da ”Bridgerton” alla “Regina degli scacchi”, da ”El Cid” a “Cops”. L’importante è la visione compulsiva

Regé Jean Page e Phoebe Dynevor nella serie tv alla Jane Austen 'Bridgerton'

Regé Jean Page e Phoebe Dynevor nella serie tv alla Jane Austen 'Bridgerton'

C’era una volta il film di Natale. C’erano una volta le Cinquecento blu su cui imbarcare stretta tutta la famiglia, mozziconi di sigarette traboccanti dal posacenere, fuori il freddo e l’imbrunire, dentro l’auto sorrisi nascosti dagli sciarponi, il fiato che si faceva vapore sui finestrini per disegnare cuori e pupazzi, la sicurezza che quel giorno lì non ci sarebbero state né lontananze né liti, che quel giorno lì saremmo stati tutti insieme e felici. Era Natale ed era durata mesi l’attesa di quell’unico momento: andare al cinema a vedere il nuovo film Disney. Gli Aristogatti, se era il 1970: si usciva canticchiando Io so’ Romeo... A casa aspettavano i nonni, gli invitati, il cenone, i pacchetti.

Vigilia di Natale 2020, niente cinema, l’unico ospite è il convitato di pietra ultimo Dpcm anti-Covid, il fondamentale resto della famiglia viene coinvolto in videochiamata nella gioiosa operazione-scartare tutti i regali tra i quali, per la numerosa prole composta da una sedicenne ci sono un kazoo, un set di makeup firmato Elettra Lamborghini, un telefonino nuovo, d’altronde si sa questa è – purtroppo – una generazione consumista, vuole tanto tutto e subito, non ha imparato come noi il gusto dell’attesa... Fatto. Non resta che terminare la videochiamata e accendere la tv. Che si guarda? Su Italia Uno c’è Una poltrona per due, visto e rivisto, no. Pare sia tanto bello l’ultimo Ken Loach, Sorry we missed you, ora è su Sky, come anche la nuova serie con Bisio Cops. Vado?

“Sorry we missed you”. Newcastle, lui licenziato e in cerca di lavoro, lei infermiera, figli adolescenti. Lui, Ricky, impoverisce ulteriormente la famiglia per comprare un furgone con cui fare consegne e inseguire il sogno di dare ai suoi cari solidità economica. Le vessazioni del capo di Ricky sono disumane, come i ritmi di lavoro cui è sottoposto. Che ne dice Wikipedia? Cita un commento di una critica: "Loach si chiede, e obbliga a chiederci mentre soddisfatti con un clic ordiniamo pranzi e vestiti che arriveranno puntuali, se questo sistema sia sostenibile e come influirà non solo sulle persone sempre più arrabbiate e sulle loro famiglie sempre più inquiete, ma anche sulla società, sulla politica, sui governi". Tutti o quasi i regali sotto l’albero scartati poc’anzi erano arrivati via corriere. Si guarda qualcos’altro? La numerosa prole composta dalla sedicenne alza distratta gli occhi dal telefonino nuovo: sì. Forse è meglio rivedere per la sesta volta la Regina degli scacchi, o per la quarta Mank di Fincher con Welles trattato come un troglodita. Oppure no, Amazon Prime: uno dei protagonisti della Casa di carta fa questa nuova serie, El Cid, quasi, quasi...

“Bridgerton”. Il 25 sera grandi novità: sono appena usciti e si può scegliere tra il sequel dei Tre Moschettieri di Veronesi orfano di cinema quindi su Sky, il nuovo film di Clooney con la barba di Peppe Vessicchio e la serie Bridgerton sbarcati su Netflix. Bridgerton adatta gli orgogli e pregiudizi inglesi modello Jane Austen al linguaggio tv Usa dell’autrice di Grey’s Anatomy Shonda Rhimes. Soggetto: contrastata storia d’amore tra un duca tormentato e una giovane lady tanto eterea quanto determinata. La Gran Bretagna dell’Età della Reggenza sotto Giorgio IV è rimescolata in inverosimile salsa multietnica e pop: la regina Carlotta di Meclemburgo-Strelitz e il protagonista duca supersexy sono neri serviti dai bianchi, i minuetti e i valzer suonati ai gran balli sono rielaborazioni per archi di canzoni di Taylor Swift e Billie Eilish, le nobili fanciulle ottocentesche rivendicano come nulla fosse il diritto di autodeterminazione nel sesso e negli studi, le ragioni e i sentimenti non sono ipotesi sfuggenti da afferrare mettendo in moto il cervello, ma cronache di gossip grevi e velenosissime spiattellate da una voce fuori campo... Alle quattro della notte fra Natale e Santo Stefano, la visione senza pausa degli otto episodi di un’ora circa ciascuno, è finita. Il salotto è vuoto.

L’attesa. Per le feste su RaiPlay hanno messo tutti i film di Truffaut. È Santo Stefano, ne guardiamo uno, due? I 400 colpi, La signora della porta accanto ti erano piaciuti così tanto e... "Proprio perché sono così belli, quelli che non ho ancora visto preferisco centellinarli nel tempo, vederli con calma uno ogni tanto. Metterci un po’ di attesa, tra l’uno e l’altro, non consumarli tutti e subito, che poi non rimane niente... Ecco". Risponde la prole, che scompare in camera sua. (Dietro una porta chiusa, vibra nel suono di un kazoo il motivetto di Paperissima sprint).

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