Mercoledì 24 Aprile 2024

Trono di Spade: l’impossibile potere delle donne

Al via il prequel della serie tv dei record: al centro di “House of the Dragon“ un universo femminile sopraffatto dagli intrighi degli uomini

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di Chiara Di Clemente

Ce la farà stavolta una bionda Targaryen a salire sul Trono di Spade? Anche 172 anni prima delle gesta di Daenerys, per le donne della Casa reale di Westeros la conquista del potere è un destino oscuro scritto col sangue dei soprusi, col veleno dei tradimenti, con la furia cieca delle armi. Un destino maledetto deciso dagli uomini, perlopiù. Ieri notte ha debuttato su Sky – alle 3, in contemporanea con Hbo negli Stati Uniti – la prima puntata del nuovo Trono di Spade, House of the Dragon.

La serie (10 puntate, per adesso), racconta i fatti della Casata dei Signori dei Draghi avvenuti due secoli prima degli eventi dei libri delle Cronache del ghiaccio e del fuoco che George R.R. Martin ha iniziato a scrivere nel ’96 e non ha ancora terminato (conclusi cinque libri sui 7 previsti), e della loro trasposizione tv, Il Trono di Spade, 73 episodi, 8 stagioni, in onda con un successo fenomenale dal 2011 al 2019, con un finale inventato dagli sceneggiatori David Benioff e D. B. Weiss – non dallo scrittore – che ha lasciato i fan a dir poco delusi: l’eroica e saggia Daenerys trasformata all’improvviso, quando finalmente sta per conquistare il Trono usurpatole, in un folle diavolo sterminatore.

Al centro del nuovo House of the Dragon abbiamo per adesso una simil-Daenerys prima del crollo di nervi: ovviamente biondissima (la caratteristica Targaryen), minuta, intelligenza brillante e piglio ribelle e avventuroso da cavalcatrice di draghi, la poco più che adolescente principessa Rhaenyra è l’unica figlia del re Vyseris I. Avrebbe tutte le carte in regola per ambire alla sua successione, se non fosse che il sovrano è ancora in ansiosa attesa di un erede maschio: la moglie Aemma sta per partorire, il re è convinto che il piccolo in arrivo sarà un “lui“ e porterà a compimento il suo massimo desiderio. Talmente convinto che – micro spoiler – durante il complicato travaglio non esiterà a sacrificare la pur amatissima (?) consorte nell’assoluta convinzione che la morte della donna valga in fondo assai meno, molto molto meno, della nascita di un uomo.

"Il malessere che vedi è il modo in cui serviamo il reame", spiega la regina Aemma alla figlia Rhaenyra che all’inizio della puntata si preoccupa per lei incinta, costretta all’immobilità. "Lo servirei come cavaliere combattendo in battaglia con gloria", risponde la ragazza. E la madre: "Abbiamo grembi reali tu ed io. Il parto è il nostro campo di battaglia. E va affrontato con il contegno dovuto. Ora fatti un bagno. Puzzi di drago".

È così, in apparenza, Rhaenyra “puzza di drago“. È una ragazza che scenderebbe in battaglia, e che assiste premurosa la madre ed è pronta a concedere senza rimpianti al fratellino in arrivo i suoi diritti sul regno: una sorta di mix tra la regalità e la determinazione della (prima) Daenerys e la fierezza battagliera di Arya Stark. Ma è, in più, pervasa – in filigrana – da un che di inquieto e ancora inafferabile: quello strano entusiasmo alla vista del duello della giostra tra i cavalieri voluta dal re, la scena più cruenta dell’esordio di House of the Dragon; quegli strani sguardi obliqui che scambia col fratello del padre, il malvagio Daemon.

Tratta dal libro di Martin Fuoco e sangue (uscito nel 2018), la nuova serie House of the Dragon porta la firma del re del fantasy (74 anni il 20 settembre) tra gli ideatori, dunque un ruolo decisamente più centrale rispetto a quello in cui era stato relegato per Il Trono di Spade tv: "La serie Il Trono di Spade e il mio libro Le cronache del ghiaccio e del fuoco – ha spiegato Martin al New York Times – sono, in un certo senso, un classico high fantasy alla maniera di Tolkien e di molti scrittori che lo hanno seguito. Ora io in un certo senso sto decostruendo quegli schemi, quei miti e quei segni distintivi. Senza discostarmene fino in fondo. Però con elementi nuovi: House of the Dragon più che un fantasy classico è direi una sorta di romanzo storico con qualche drago messo qua e là. Il vero modello, il modello autentico? La tragedia scespiriana". Chi ha letto Fuoco e sangue sa già che in Rhaenyra Targaryen si agitano, scespirianamente, sia gli angeli sia i demoni. Per gli altri, resta la domanda: in un mondo che – i Sette Regni del 97 d.C. come il globo terrestre oggi – non tollera una donna al potere, Rhaenyra riuscirà mai a salire sul Trono che le spetta?

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