Giovedì 2 Maggio 2024

Tendenza pop il mio mantra

Will: "Nella musica trovo il benessere totale. La mia ricerca non insegue successi effimeri". E ora si vuole imporre per la sua personalità

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Intitolare il primo Ep ’Chi sono veramente’ è già un impegno programmatico piuttosto ambizioso, perché racchiudere in sei brani la propria essenza di persona e di artista non è affatto semplice. Ma Will nella musica vede lo strumento attraverso cui riesce a comunicare nella maniera più autentica e profonda e allora non è utopistico immaginare che in questo disco, uscito in fisico e digitale per Universal, il 23enne abbia riversato veramente tutto se stesso. "E’ un disco senza filtri e sovrastrutture che raccoglie episodi del mio vissuto".

E adesso come si gestisce il successo?

"Vivo la musica come un universo di totale libertà e riuscire a rappresentarmi attraverso le canzoni senza pensare a numeri e tendenze lo considero già un buon traguardo. Poi mi misurerò con la dimensione live per portare anche sul palco la mia personalità da timidone e se posso esprimere un sogno, vorrei poter collaborare con Rkomi che stimo e mi piace tanto anche nella sua nuova veste e magari con un mito come Zucchero".

Quali sono stati gli ascolti che le hanno formato il gusto?

"Mia mamma è inglese e quindi sentivo a ripetizione i Beatles, mentre mio babbo, pur non disdegnando il rock britannico e americano, era più innamorato del cantautorato, quindi De André, Dalla".

La realtà che la circonda la vive sempre attraverso il filtro della musica?

"Beh, oggi è impossibile sottrarsi al bombardamento dei mass media anche se la guerra ha un po’ perso l’inerzia delle prime settimane quando era sempre la notizia d’apertura ovunque. Diciamo che in generale, come moltissimi giovani, non seguo le faccende della politica italiana, ma mi interessano gli scenari internazionali".

La sua carriera è all’inizio. Si rimprovera già qualcosa?

"Dopo ’Estate’ mi sono fatto un po’ prendere la mano dalla parte meno nobile dei social ma ho capito che era del tutto inutile inseguire quella bolla di popolarità, che è fuorviante. Un artista è tale se non si fa coinvolgere dai post e dai commenti, ma deve avere ben chiaro cosa fare e chi vuol essere".

Affacciarsi oggi allo showbiz che rischi e vantaggi comporta?

"C’è tantissima concorrenza, sia per i talent che per Tik Tok, ma sono mezzi che così come ti danno immediata e travolgente visibilità, altrettanto rapidamente possono oscurarti. Bisogna imporre il proprio modo di fare musica, non montarsi la testa per un singolo pezzo andato bene. Cito Blanco, che in un susseguirsi di belle canzoni ha però mostrato una sua linea musicale ben precisa e individuabile".

Alla competizione si è abituato da calciatore...

"Ma nella musica non si gareggia, ognuno interpreta a modo suo magari una suggestione. Non è copiare, è ispirarsi. Blanco ha introdotto una new wave del rock... La nostra generazione sta comunque ancora lottando con i miti che ci hanno preceduto e anche con evenienze come il Covid che è stata una bella mazzata, ci ha levato più di qualche esperienza".

La sua generazione ha pensionato l’indie...

"L’indie inteso come genere rock lento sostenuto da testi molto personali non esiste più. A me poi piace il pop italiano".

C’è posto per l’amore nella sua vita?

"Posso dire di amare qualche amico strettissimo che mi segue ovunque e poi c’è Francesca, una ragazza che conosco da tanto tempo e, tra un tira e molla e l’altro, è stata amica, amante... Senza di lei avrei faticato perfino a scrivere tante delle cose che ho messo nelle mie canzoni. Mi ha insegnato un sacco di cose. Ha un anno meno di me ma io sono un cretino rispetto a lei. Non c’è proprio gara tra la mentalità maschile e femminile e prima noi ragazzi capiamo che esiste questo gap, meglio è".

Will è nome d’arte ispirato solo al nome o anche al sostantivo inglese ’Volere’?

"Magari avessi avuto questo colpo di genio, in realtà è stato tutto molto più terra terra. Quando è stato il momento di scegliere il nome d’arte, ho esplorato i diminutivi con cui venivo chiamato, ma Will non c’era, però mi è venuto in mente che mio nonno che si chiamava William come me, era appunto soprannominato Will e l’ho omaggiato così, a modo mio".

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