Mercoledì 24 Aprile 2024

Specie aliene invasive: dai balconi ai giardini, perché c’entrano le piante ornamentali

Piero Genovesi (Ispra): ecco le precauzioni per organizzare al meglio i nostri spazi verdi e gli errori da evitare. Industria in campo, allo studio etichettature ad hoc

Roma, 19 marzo 2024 - Cosa c’entrano le specie aliene invasive quando parliamo di balconi, giardini o verde urbano? C’entrano moltissimo perché ce le possiamo ritrovare “in casa”, se scegliamo le piante sbagliate.  Anzi proprio dannose. Ecco allora un vademecum con la guida di Piero Genovesi dell’Ispra, tra gli esperti che hanno compilato il dossier mondiale più aggiornato sugli ‘alieni’ che popolano le nostre città. Consigli preziosi, ora che arriva la primavera, la stagione tradizionale per il giardinaggio.

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Piante ornamentali e specie aliene invasive

Premette Genovesi: “È bene ricordare che dai dati raccolti su scala mondiale e anche italiana, il commercio di piante ornamentali è il primo vettore che ha portato in Italia specie aliene invasive. Qualche esempio: il punteruolo rosso delle palme è arrivato così nel comparto di Pistoia e poi da lì si è diffuso; il tarlo asiatico in Lombardia ha fatto l’autostoppista in un carico di bonsai; la Xylella è arrivata con piante ornamentali importate dal Costa Rica”.

Piante invasive (a nostra insaputa)

Non solo. “Anche le più diffuse piante invasive - chiarisce Genovesi - sono state portate proprio con il commercio intenzionale, perché non si pensava che potessero poi diventare un problema. Vale per l’ailanto, il panace di Mantegazza, che è anche tossico e provoca una fortissima irritazione cutanea. E vale per il giacinto d’acqua, che in Sardegna sta causando gravi problemi”.

Che cosa dobbiamo fare?

Ma allora qual è il comportamento corretto? “Al primo punto metterei la valorizzazione delle specie autoctone. In Italia abbiamo la fortuna di avere tante specie da fiore, molto belle. Meglio comprare quelle. E, se possibile, informiamoci sempre su quali siano le specie più dannose. Per fare un esempio, la Lantana Camara è un fiore molto bello ma anche invasivo. Poi stiamo cercando di lavorare con l’industria, per incoraggiare un’etichettatura e migliorare l’informazione. Perché nessuna legge può risolvere i problemi se non è accompagnata da una comprensione reale da parte dei cittadini”. La sintesi è sempre quella: le specie aliene mettono in pericolo la biodiversità.

Dai balconi in città alla campagna: cosa cambia

Poi “è chiaro - sottolinea Genovesi - una cosa è piantare un cespuglio invasivo nella casetta in campagna, vicino agli ambienti naturali. Diverso se abbiamo un balcone nel cuore della città. In quel caso una pianta invasiva non ha alcuna possibilità di diffondersi”.

Quali sono le regole di buon senso

“Usiamo regole di buon senso - riassume Genovesi -, cerchiamo di preferire le specie autoctone, quelle che ci sono sempre state, evitiamo la rincorsa alla pianta più esotica, più strana. Pensiamo ai giardini ornati con il rosmarino, la salvia. Sono dei nostri ambienti e sono bellissime”.

Attenzione al canale di vendita

Insomma, cerchiamo di informarci se stiamo comprando piante che sono note per essere invasive. “E facciamo sempre acquisti da fornitori ufficiali, riconosciuti - consiglia l’esperto -. Internet è uno dei vettori più difficili da controllare”.

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