Mercoledì 24 Aprile 2024

"Signore e signori... Così lanciai la tv a colori"

Il 26 agosto di 50 anni fa Rosanna Vaudetti annunciò la prima trasmissione. "Mi dovetti imporre. Ma non sapevo di passare alla storia"

"Signore e signori, buon pomeriggio. Ci colleghiamo in Eurovisione con Monaco di Baviera per la telecronaca di apertura dei giochi della ventesima Olimpiade. Telecronisti: Paolo Valenti e Paolo Rosi. La trasmissione viene diffusa su tutt’e due i canali. Sul secondo, a titolo sperimentale, anche a colori, con il sistema Pal". Un annuncio di 18 secondi, il primo a colori della tv italiana, 50 anni fa. A farlo, dagli studi Rai di via Teulada, è Rosanna Vaudetti. La incontriamo nel suo attico di Ancona,con vista mare nella città in cui è nata. Qui, l’apprezzatissima “Signorina buonasera“ trascorre le vacanze estive.

Signora Vaudetti, quel 26 agosto 1972 lei fece la storia…

"Annunciai le Olimpiadi..."

Era in Olanda a condurre Giochi senza frontiere…

"Sì, lessi casualmente sul giornale che stavano provinando per la tv a colori, ma ero all’estero e nessuno mi chiamò. Telefonai in Rai per avere spiegazioni".

Quanta determinazione…

"Facevo l’annunciatrice: chi dovevano chiamare, se non me? Mica potevo fare la Cenerentola della situazione, che tutti vanno al ballo e io no (ride, ndr)".

E come finì?

"Che mi fissarono un provino per il giorno dopo la fine della missione in Olanda. Rientrai in Italia, alle 10 ero ai provini".

Scelsero lei…

"Sì, ma l’arrivo del colore nelle case non fu facile. Alcuni partiti non volevano il colore perché le tv erano troppo care. Dall’altra parte Andreotti ascoltava le esigenze degli industriali che premevano per il colore, già trasmesso in tutta Europa. Così, fecero un colpo di mano e decisero che solo il secondo canale avrebbe trasmesso a colori".

Era consapevole di passare alla storia?

"No, all’epoca non mi rendevo conto".

Che aria si respirava nel ’72?

"Eravamo contenti per l’inizio della nuova era. Quella in bianco e nero era una tv dell’immaginazione, questa a colori era una tv reale. Sono felice di esserne stata la protagonista".

Com’era vestita quel giorno?

"Lasciamo stare. Fino al giorno prima, nessuno mi disse cosa mettere. Poi mi dissero di indossare qualcosa color pastello, sul bianco, la vera novità. Fino a quel momento, si trasmetteva in scala di grigio".

E…?

"E chiesi alla stilista Mirella Di Lazzaro, che mi prestò un tailleur di seta. Indossai solo la parte superiore per non rovinarlo. Nessuno si sarebbe accorto che sotto avevo i pantaloni: andavo in onda a mezzo busto".

E invece qualcuno si accorse.

"Sì, i vertici Rai avevano organizzato un ricevimento alla sede centrale di viale Mazzini. Brindavano guardandomi in bassa frequenza, a figura intera. A saperlo, avrei messo pure i tacchi".

Dov’è oggi il tailleur?

"L’ho donato al Museo della tv e della radio Rai di Torino. Lo esporranno alle 15.50 di oggi, l’ora dell’annuncio".

E la Di Lazzaro?

"È morta. Ma vorrei far sapere ai figli, Simonetta e Mario, che il famoso tailleur della loro mamma è in un museo".

Un museo che unisce pure lei e suo marito, Antonio Moretti.

"Sì, una parte del museo è dedicata al primo festival di Sanremo a colori. La regia fu di Antonio. E la parete dietro l’abito è dipinta con astri e stelline, tipo il vestito. Non è romantico?".

Se non avesse letto il giornale in Olanda, non sarebbe toccato a lei...

"Esatto. E se non avessi chiamato in Rai, non saremmo qui a parlare".

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