Venerdì 26 Aprile 2024

Samuele oltre le canzoni "Sogno cinema e romanzi"

Bersani riceve la sua quinta Targa Tenco e pensa di cambiare, almeno per un po’ "Mi piacerebbe fare musica per colonne sonore e riservare ad altro le parole"

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di Andrea Spinelli

Delusione Madame. Dopo il red carpet alla Festa del Cinema di Roma, l’eroina di Voce perde la strada per Sanremo e diserta il Club Tenco, inviando un laconico video in cui annuncia il forfait causa placche alla gola. A pensarci bene, la stessa situazione vissuta da Samuele Bersani l’ultima volta, quando il reflusso gli tolse la parola per sei mesi, ma venne lo stesso all’Ariston a ritirare il riconoscimento, affidando Le storie che non conosci al solo Pacifico. Il cantautore riminese, 51 anni, è tornato ieri per ritirare la sua quinta Targa grazie all’album Cinema Samuele.

Bersani, si riconosce nel tema dell’edizione di quest’anno: La canzone senza aggettivi?

"Lo ritengo un atto di coraggio, perché questa rassegna ha sempre avuto una sua caratteristica, ma il rischio era l’auto ghettizzazione. Lucio Dalla, la prima volta che venni al Tenco, mi disse: attento che non sia una riserva per gli indiani. Una sensazione, però, che non ho mai avuto".

Di steccati nella canzone italiana ne ha trovati?

"Quando ho cominciato, nel 1991, la parola ‘cantautore’ creava un po’ di sospetto. Gente come me o Silvestri sembrava portatrice di problematiche e invece ho sempre puntato sulla leggerezza. E la leggerezza o ce l’hai o non ce l’hai. Basta pensare a Tarantino che nei suoi film ammazza centinaia di persone, ma sempre con grande ironia". Una vocazione, la sua?

"Da bambino sognavo di fare il menestrello. Alla Branduardi".

Cinema Samuele è uscito un anno fa, in che direzione sta andando?

"Anche se può sembrare un paradosso dirlo al Tenco, a me un giorno piacerebbe riuscire a liberarmi delle parole e fare musica per colonne sonore. Destinando magari la scrittura a un romanzo. Una vacanza temporanea, però; non voglio smettere di fare questo mestiere".

Perché il cinema?

"Scrivere musica per il cinema è sempre stato un mio pallino che, un po’ per timidezza e un po’ per inibizione, non sono riuscito finora a concretizzare. In Cinema Samuele ho iniziato a raccontare più gli altri che me".

Un regista a cui darebbe la sua musica?

"I fratelli D’Innocenzo. Favolacce mi ha molto colpito. Penso che abbia inquadrato bene la società che abbiamo visto nel lockdown e subito dopo. Una società in cui i veri adulti sono i bambini".

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