Mercoledì 24 Aprile 2024

Salone di Genova Storia di una città che sa di mare

di Paolo Galliani

Sincronismi involontari ma elettivi. E anche illuminanti. Giuseppe De André, presidente della Fiera, nel ’62 si premurava di organizzare al meglio e inaugurare la ’prima’ di un evento che avrebbe fatto la storia della sua amata Genova. E negli stessi giorni, il figlio Fabrizio, cantautore, componeva una poesia in nota che avrebbe fatto di ’Marinella’ l’archetipo dell’amore fiabesco e struggente. Era un freddo gennaio ma bastò a scongelare una convinzione diffusa: il Salone Nautico avrebbe avuto vita lunga. E che vita. Certo, a quell’edizione, la numero 1, non c’era il mondo intero: ma 430 espositori da 18 Paesi erano già un buon inizio. E poco male se a galleggiare nella Darsena c’era solo un ’Motor Yacht’, un Giannutri di 14,50 metri, perché gli espositori erano poco propensi a mettere le imbarcazione in acqua temendo si sporcassero. Tempi strani. Altri tempi. Oggi fanno a gare per mettere a mollo le loro meraviglie.

Ma, si sa, la Storia è così: è una sequenza di scelte che s’impongono e poi finiscono per essere soppiantate da altre. E a un mese e mezzo dall’attesissima edizione 2022 del Salone di Genova (22-27 settembre) non c’è niente di più interessante che scartabellare negli archivi della grande rassegna internazionale della nautica da diporto per leggere l’evoluzione economica, imprenditoriale ma anche culturale e mentale del Belpaese. È il ’66 e il Salone Nautico diventa un momento irrinunciabile per sviluppare business ma anche un’occasione perfetta per sfamare la curiosità e l’interesse attorno al mondo della vela e a quello degli yacht, alla motonautica e alle attriviutà legate al mare. Nemmeno tanto strano.

Corrono gli anni ’70 e cominciano a presenziare i navigatori solitari mentre il quartiere fieristico viene ampliato. Nel 1983, riflettori accesi su ’Azzurra’ ma anche sulle star dello spettacolo, sulle teste coronate e sulle personalità politiche che intuiscono il potenziale enorme dell’evento in termini di visibilità. E 7 anni dopo, arriva anche una delegazione statunitense in visita ufficiale, annuncio di quello che per l’industria nautica italiana sarebbe poi diventato ’il mercato’ prioritario. E qui, gli archivi del Salone abbondano di spunti: Giovanni Soldini che nel ’95 si presenta a Genova con il ’Moro di Venezia’; la nascita, nel ’99, del ’Padiglione grandi yacht’; e la spettacolari regate organizzate in ’Marina 2 Sail Accademy’, nel 2001, con tre barche classe Coppa America: Moro di Venezia, Kanza e Mighty Mary.

Fino al 2006, con la Nuova Marina che regala alla città un’area espositiva di 60mila mq di specchio d’acqua oltre ai 40mila già disponibili. E all’edizione, attesissima, del 2018, prima vetrina internazionale dopo la tragedia del Ponte Morandi. Arriva Mattarella a testimoniare la vicinanza del Paese al capoluogo. La manifestazione presenta il nuovo format con 4 ’Saloni nel Salone’, Yacht&superyacht, Sailing World, Boating Discovery e Tech Trade. Genova diventa il laboratorio del migliore Made in Italy. E l’entusiasmo ritrovato attorno al mare diventa una sorta di catarsi dopo tanto dolore.

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