Venerdì 26 Aprile 2024

Canada, un robot in classe per aiutare i bambini con difficoltà di apprendimento

Si chiama QT ed è stato progettato con successo da un team di ingegneri dell’Università di Waterloo

Il robot QT (Foto University of Waterloo)

Il robot QT (Foto University of Waterloo)

Un robot in classe per aiutare i bambini con difficoltà di apprendimento a concentrarsi nello studio: a metterlo a punto è stato un team di ingegneri dell'Università di Waterloo, in Canada, con risultati che hanno soddisfatto tanto i piccoli quanto i loro insegnanti.

Un robot umanoide progettato per interagire con i bambini

Di nome QT, il piccolo robot umanoide sviluppato dagli scienziati canadesi è in grado di compiere gesti con la testa e con le mani: una proprietà che, insieme al linguaggio con cui è stato impostato e ai tratti del viso raffigurati sul display, lo rende molto adatto a interagire con i bambini con difficoltà di apprendimento.

Per il loro esperimento, i ricercatori hanno diviso 16 bambini con difficoltà di apprendimento in due gruppi: gli studenti del primo gruppo hanno lavorato individualmente solo con un insegnante; quelli del secondo gruppo hanno invece lavorato individualmente con un insegnante e con il robot QT, che veniva controllato dallo stesso docente mediante un tablet e ha poi eseguito autonomamente varie attività usando la parola e i gesti.

Con QT studenti più attenti e anche più veloci

In particolare, oltre a introdurre la sessione di studio, il robot ha fissato gli obiettivi e, se necessario, fornito strategie di autoregolazione. E se poi lo studente si allontanava dal previsto processo di apprendimento, QT usava strategie alternative e divertenti, come giochi, indovinelli, barzellette, esercizi di respirazione e movimenti fisici, per reindirizzarlo verso il compito che doveva essere eseguito.

“Gli studenti che hanno lavorato con il robot erano generalmente più impegnati nei loro compiti e riuscivano a completarli a un ritmo più elevato rispetto a quelli seguiti solo da un insegnante”, ha dichiarato la professoressa Kerstin Dautenhahn, docente di Ingegneria elettrica e informatica all’Università di Waterloo e coordinatrice della ricerca, pubblicata sulla rivista scientifica Social Robotics

 

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