Martedì 30 Aprile 2024

Quando camminare diventa un’opera d’arte

A Francoforte una mostra dedicata al movimento: dalla semplice passeggiata fino alle migrazioni e alle manifestazioni politiche

Migration

di Roberto

Giardina

Camminare è un’opera d’arte, a volte. Alla Schirn Kunsthalle di Francoforte la mostra Walk (fino al 22 maggio) è dedicata all’andare, dalla semplice passeggiata, al camminare per un giorno o per settimane, fino alle emigrazioni del nostro tempo, che costringono a fuggire da una guerra o dalla siccità. I curatori Matthis Ulrich e Fiona Hesse fanno riferimento ai flaneur, parola intraducibile coniata da Baudelaire, agli intellettuali che trasformarono il vagare per una città in un´emozione estetica, una forma di vita. Osservare, guardare gente e luoghi, è un’arte. Ma le opere scelte, un centinaio di dipinti, collages, foto, video, sculture, sono tutte contemporanee. Un peccato.

Alla mostra collabora la rivista Flaneur di Francoforte che organizza alcuni eventi. Questo è tutto, forse non si poteva pretendere di più. Non sono presenti i quadri dei nostri futuristi. Ad esempio, la celebre Signora con cagnolino di Giacomo Balla, una tela del 1912 che mostra in movimento i piedi della signora e le zampette del suo bassotto tenuto al guinzaglio. Un capolavoro del XX secolo, il titolo più preciso e meno romantico è Dinamismo di un cane al guinzaglio, conservato alla Albright Gallery di Buffalo negli Stati Uniti. Lo stesso anno Balla dipinse Le mani del violinista. O le foto ottocentesche di Eadweard Muybridge (1839-1904) che per primo fermò in una successione di movimenti il salto di un uomo nudo, o la corsa di un cavallo.

Lo Schirn segue la tendenza, e privilegia nell’arte l’aspetto sociale e politico. La mostra, dichiarano i due curatori, è un confronto con i problemi attuali, la globalizzazione, i mutamenti climatici, l’emigrazione forzata, fino alle dimostrazioni politiche. Anche nei cortei di protesta gli esseri umani sono in movimento. E si fa riferimento alla Minimal Art e alla Land Art degli anni Sessanta.

Tra i quaranta artisti – nessun italiano – il più noto, anche in Italia, è l’inglese Hamish Fulton, 76 anni. Compie escursioni di un giorno o di diverse settimane, che documenta con serie di foto in bianco e nero. Cominciò negli anni Sessanta con escursioni nella campagna inglese fino a compiere percorsi di migliaia di chilometri attraverso l’Europa.

E nel ’98 ha scalato l’Everest: salire sulla montagna più alta delmondo non è più un’impresa riservata a pochi. Nel 2007 ha esposto al Castello di Rivoli, vicino Torino, e nel 2017 ha compiuto la “traversata” da Genova a Trieste. Hamish spiega come cogliere il valore artistico del nostro andare, gehen in tedesco, che è una lingua precisa e significa solo muoversi a piedi, e non viaggiare (fahren) in auto, in treno o aereo. La passeggiata ci è stata vietata in questi due anni di pandemia. “Walking is magic, walking transforms”, passeggiare è magico, passeggiare trasforma, è il credo di Hamish.

Allo Schirn sono esposti i video dell’argentino Sebastian Diaz Morales, 56 anni. Ha creato composizioni magiche mettendo insieme come in un puzzle elementi di diverse città, e in queste sue realtà virtuali riprende esseri imani in movimento. Rahima Gambo, nata a Londra nell’86, si dedica al postcolonialismo e al terrorismo, ha ripreso i luoghi devastati dal gruppo Boko Haram in Nigeria. Il belga Francis Alys, 63 anni, ha filmato dei giocattoli magnetici a forma di cane in movimento per le strade del centro di Città del Messico. I turchi Oziem Gunyol e Mustafa Kunt hanno documentato nel 2011 se stessi mentre passeggiano per New York seguiti da un investigatore privato, il gioco tra controllo interno e esterno. Kubra Kadhemi, nata nel 1989 a Kabul, documenta le aggressioni verbali e fisiche a cui vengono sottoposte le donne afghane mentre si muovono per strada.

Per questi artisti il passeggiare ci trasforma e acquista dunque una dimensione artistica. Come si comprende nel quadro di Balla: sentiamo la signora a passeggio, anche se non la vediamo, attraverso la frenesia del suo cagnolino. La padrona è nervosa – andrà a un appuntamento? – e non si cura del bassotto.

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