Giovedì 25 Aprile 2024

Perilli, l’ultimo grande maestro dell’astrattismo Dal “Paesaggio“ del ’47 ai contrasti con Guttuso

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Fondatore con Accardi, Attardi, Consagra, Sanfilippo e Turcato dello storico gruppo di ispirazione marxista Forma 1, Achille Perilli, scomparso a 94 anni, è stato un protagonista della scena artistica italiana del Novecento e uno dei padri nobili dell’astrattismo italiano. È morto all’ospedale Santa Maria della Stella di Orvieto, la località umbra dove viveva da tempo in una casa-studio immersa nel verde. La casualità tragica vuole che tra tre giorni, il 20 ottobre, si aprirà al Mart di Rovereto una mostra, postuma, voluta dal presidente del museo trentino Vittorio Sgarbi, con Lorenzo Zichichi, in cui la sua arte è in dialogo con Piero Guccione.

La sua cifra stilistica è stata la costante ricerca dell’utilizzo e della combinazione di forme geometriche e colori brillanti, proseguita davvero per tutta la vita, indagando le forme dell’astrazione pur in una coerenza stilistica. "Perilli – ha detto ieri Sgarbi – aveva un’intelligenza lucida e geometrica". A 19 anni, nel ‘46, già dipingeva: con i compagni di scuola, Dorazio e Guerrini organizza la prima mostra di studenti-pittori roðmani che si tiene al liceo Giulio Cesare, l’anno successivo era già passato a quella pittura astratta che in quell’epoca ancora facevano in pochi.

Il suo Paesaggio Astratto del 1947 è tra le opere storiche. Forma 1 è stato il primo gruppo astratto in Italia – e in Europa – nel dopoguerra. "Ci siamo trovati in opposizione alla Scuola romana, che dominava nettamente. La scuola realista fu imposta dal Partito comunista e quindi, in un certo senso, Guttuso divenne un nostro nemico. Con lui si è creata una frattura insanabile", raccontava in una recente intervista Perilli su ArtTribune ricordando una stagione memorabile di avanguardia e impegno, dialoghi accesi.

Un periodo intenso come il successivo decennio quando Perilli con i suoi amici artisti, Totò Sanfilippo, Carla Accardi, fondò una galleria a Roma, L’age D’Or, l’unica che, oltre a fare le mostre, vendeva riviste d’avanguardia internazionali.

Dagli anni Settanta Perilli si è dedicato alle machinerie, strutture mutanti, determinate da una metodologia irrazionale. Nel 1971 scrive il Manifesto della Folle Immagine nello Spazio Immaginario; nel 1972 partecipa alla costituzione del Gruppo Altro; nel 1982 pubblica il manifesto Teoria dell’irrazionale geometrico. Ha collaborato anche ad allestimenti teatrali.

Innumerevoli le mostre personali, collettive e le retrospettive. L’ultima mostra è del marzo scorso, una esposizione, organizzata dalla casa d’aste Cambi a Milano, in cui ai lavori dei primi Anni Sessanta, della serie Fumetti, si accostano le tele più recenti.

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