Et voilà, s’è fatta bionda. Anzi no, è già tornata mora. Corvina come Morticia Addams. O almeno così Laura Pausini è apparsa l’altra sera alla presentazione hop-in hop-off del nuovo singolo Ciao sul bus double decker immerso nel freddo dell’autunno milanese, smentendo le foto diffuse a corredo dell’evento. Evento accidentale per i giornalisti attirati sul gelido torpedone con la formula dell’incontro al buio, in quanto niente avrebbe lasciato presagire una rentrée discografica davanti all’ultimo miglio del tour di Anime parallele, messo in strada per festeggiare trent’anni di carriera e proseguito qua e là per il mondo a grande richiesta visto che frattanto siamo arrivati trentadue.
Già, il singolo. Ma prima la soluzione dell’arcano dei capelli. "Non riesco a tingerli di biondo, mi diventano arancioni, quindi devo usare una parrucca". In arrivo domani, Ciao/Chao esce in doppia versione italiano-spagnola, e porta le firme di Sam Smith, Fraser T Smith, Antonio Dimartino, Anice, oltre che del marito di Laura Paolo Carta, ed è a suo modo una canzone sul senso di colpa. Quello di “cancellare” le persone che hanno condiviso un pezzo di strada assieme a noi, ma con cui non abbiam più la stessa ora, come direbbe l’amico Biagio (Antonacci). Insomma, un trionfo del rispetto e del garbo su quella “cancel culture” che, per stessa ammissione di Laura, troppe volte in passato le ha preso la mano, anche se in alcune situazioni, dice, "m’è tornata utile per salvarmi".
"Per una viscerale come me, chiudere in modo pacifico, consapevole, maturo una relazione importante è come se la pace desse uno schiaffo alla guerra" ha ammesso l’eroina dei due mondi, spolverino di pelle lucida bordeaux sui suoi cinquant’anni compiuti a maggio. "Grazie a questa storia e a questa canzone ho scoperto una parte insospettata del mio essere e penso sia bello raccontare la libertà di lasciare andare le persone fondamentali della nostra vita senza dover cercare necessariamente un colpevole tra i due".
Questo, naturalmente, purché lo slancio artistico non pretenda di riscrivere la storia per accantonare la necessità di guardarsi allo specchio e fare i conti con sé stessi. A smussare il lato più aspro del suo carattere ci hanno pensato il buco nero in cui l’ha precipitata il Covid, un po’ di terapia, e il desiderio di riconsiderare la sua vita.
Pure quella spesa con Rosaria, fan e autrice di una tesi universitaria su di lei, divenuta prima amica, poi stretta collaboratrice e ora protagonista silente della canzone. "Forse sbagliando, a un certo punto l’ho obbligata a venire a vivere a Roma e lei non ce l’ha fatta più. Col tempo ci siamo rese conto che il nostro rapporto era cambiato e ci siamo separate. Quando l’ho portata a Roma, il nostro rapporto era cambiato e ci abbiamo messo tempo per capirlo, ma ora so che rimarrà sempre una parte importante della mia vita".
Così così il tocco compositivo di Sam Smith (ma pure quello di Madonna nella Mi abbandono a te inserita vent’anni fa in Resta in ascolto non era da Top Ten) Nell’effluvio di ricordi – situazione replicata ieri sera a Madrid, sempre su quattro ruote, ad uso e consumo della stampa spagnola – pure elogi per protagonisti delle hit-parade quali Madame, Ghali, Madame, Marracash e, naturalmente Lazza col pensiero a quella Zeri in più (Locura) incisa assieme nell’ultimo album del rapper milanese.